Il ricordo dei 111 anni del Manifesto futurista, Mollicone: «Scagliamo la nostra sfida alle stelle»

20 Feb 2020 18:26 - di Redazione
Manifesto futurista

Vogliamo cantare l’amore del pericolo, l’abitudine all’energia e alla temerità”. Aula della Camera, dopo voto sul Milleproroghe. Improvvisamente risuonano parole apparentemente incongrue. Ma sono quelle del Manifesto futurista. Perchè in realtà, si tratta di un omaggio. Il ricordo del più importante movimento culturale del XIX secolo. Con le parole del suo esponente più noto. Sono di Filippo Tommaso Marinetti le frasi che Federico Mollicone quasi declama. In un’Aula ignara. Che ci mette un po’ a capire. Lo fa per ricordare che il 20 febbraio del 1909 veniva pubblicato il Manifesto futurista su ‘Le Figaro‘. Da quel momento internazionalmente noto sebbene già pubblicato in Italia. “I futuristi scrivevano libri che facevano discutere e fondavano riviste come martelli. Per scuotere le coscienze e formare una classe di innovatori, degli allegri incendiari” sottolinea il deputato Fdi. “Al centro del futurismo è l’Uomo Nuovo, il Mondo Nuovo, l’ordine nuovo, che per i futuristi in realtà è un disordine creativo. Il futurismo è senza confini, fenomeno mondiale ma pervaso da amor d’Italia”. Mollicone cita, come esempio della concezione di F.T. Marinetti, i nomi dati dal poeta alle figlie: Ala, Luce, Vittoria. La forza di un messaggio è testimoniata “dalle opere di tanti artisti futuristi viventi e di tanti studiosi del movimento”. Che attestano “l’attualità del messaggio artistico così come è attuale il messaggio del Manifesto… “E ancora una volta, ritti sulla cima del mondo, noi scagliamo la nostra sfida alle stelle“, conclude Mollicone.

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