Insulti alla Meloni, le sardine si scusano pro forma. E si tradiscono: “Sulla Casa delle Donne hai sbagliato…”
Le sardine come i grillini. E come la sinistra intollerante. Il linguaggio di odio contro chi non la pensa (?) come loro è lo stesso. L’Italia dell’odio, dell’intolleranza, dell’aggressione al fascista (ossia chi non si adegua al loro odio) non ci piace. Questa Italia è nostra nemica. Ieri la stessa leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni ha evidenziato l’odio dei nuovi grillini di sinistra. “Leggete gli amorevoli commenti che mi rivolgono sul gruppo Sardine di Roma. Ma questi signori sono quelli che scendono in piazza contro il linguaggio d’odio?”. Giorgia Meloni pubblica sui social lo screenshot di una pagina delle Sardine di Roma piena di pesanti insulti nei suoi confronti. A stretto giro arrivano le scuse de pescetti nazionali. Che ricordano come gli insulti si trovano sulla pagina gestita da tale Stephen Ogongo che “non è più autorizzato” a usare il nome Sardine “per essersi autoescluso dal movimento”. “6000 Sardine – si legge in una nota del movimento – condanna categoricamente gli insulti rivolti all’onorevole Giorgia Meloni sulla pagina sardine di Roma. La pagina gestita da Stephen Ogongo in qualità di amministratore non più autorizzato a usare il nostro nome. Riteniamo disdicevole e gravissimo che nella stessa pagina l’amministratore e gli altri moderatori abbiano permesso a chi che sia di insultare Giorgia Meloni”.
Le sardine rinnegano chi di loro non è più utile
Certo, così è molto comodo: rinnegare e abbandonare quello che fino al giorno prima era con loro in prima fila. Non lo sanno ma esiste qualcosa che si chiama responsabilità. Le sedicenti sardine “vere” poi invitano le false sardine a lasciare la pagina in questione. “Invitiamo pertanto tutte le vere sardine di Roma, che si riconoscono nei valori della non violenza verbale e del rispetto delle persone contro ogni forma di odio e di discriminazione, ad abbandonare la pagina in questione. E a fare riferimento alla pagina ufficiale. Ricordiamo che siamo nati proprio per contrastare questo tipo di linguaggio che ha preso il sopravvento nel dibattito politico italiano”, sottolinea il comunicato.
L’ipocrita e falsa lettera delle sardine a Giorgia Meloni
Le sardine poi inviano persino una lettera alla Meloni. “Onorevole Meloni, Siamo affranti nel venire a conoscenza degli insulti a lei rivolti da parte degli utenti del gruppo Facebook nominato Sardine di Roma. Quel gruppo non è di nostra appartenenza, non più”. E’ quanto si legge in una lettera inviata dal movimento “ufficiale” delle sardine alla presidente di Fdi. E si giustificano così. ”Circa 6 giorni fa – si legge nella missiva – un tale Ogongo Stephen,di professione giornalista, colui che ha aperto il gruppo, ha rimosso quanti ne facevano parte come moderatori e se ne è appropriato”. “La responsabilità della moderazione dei contenuti – spiegano – è interamente a suo carico ed è sua, oltre che naturalmente degli autori delle parole a lei rivolte, la responsabilità di quei contenuti. Difficile attribuire responsabilità quando vengono oscurati nomi e foto di coloro che sarebbero chiamati a rispondere. Nella giornata nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo, prendevamo posizione contro questo fenomeno, purtroppo in aumento, causato dall’irresponsabile uso quotidiano dei social network e dalla mancanza di una legge severa che contrasti realmente questa deriva”. Addirittura le “vedre” sardine si appellano alla Meloni. “Crediamo che la legge 29 maggio 2017, n.71 – sottolineano – abbia bisogno di una modifica drastica. Crediamo che lei, come tanti altri parlamentari con a cuore i principi democratici, possa aiutarci nel raggiungere questo traguardo”.
Ecco come giustificano gli insulti
Però i pescetti “veri” giustificano gli insulti e l’intolleranza. Confermano infatti la loro contrarietà sul finanziamento di 900mila euro alla Casa delle Donne, ritrovo delle comuniste radical chic della Capitale. ”Siamo per la tutela delle donne e siamo dispiaciuti avendola vista gioire, considerando una vittoria il blocco dei finanziamenti alla casa delle donne”. Dopo alrei sproloqui, le sardine “vere” concludono. “Le chiediamo scusa, a nome di tutti coloro che le si stanno scagliando contro. Le chiediamo scusa seppure non sia nostra diretta responsabilità. Siamo persone, prima ancora che Sardine. Dunque siamo naturalmente spinti a proteggere i più fragili dagli squali, senza distinzione alcuna. Che gli insulti rivolti alla sua persona siano reali o oggetto di una macchinazione, in questo momento è lei che va protetta. Chiunque resta in silenzio, indifferente, è complice. Noi rompiamo il silenzio. Le Sardine di Roma, quelle ufficiali”, concludono.
Ogni singola parola è espressione della più becera ipocrisia e falsità.