La Jebreal sfotte Trump per il ciuffo, il web la processa: “Proprio tu lo deridi sull’aspetto fisico?”
Una foto di Donald Trump costa a Rula Jebreal l’accusa di fare “bodyshaming” su Twitter. Nel mirino degli utenti, l’immagine del presidente degli Stati Uniti, immortalato con l’ormai famigerato ciuffo smosso dal vento. “The President Of The United States”, il commento della giornalista che accompagna il tweet. Un chiaro post di scherno per gli utenti, che a decine accusano Jebreal di usare “due pesi e due misure”.
Le critiche a Rula Jebrael
“Siete i primi a riempirvi la bocca di belle e altezzose parole, e poi vi lasciate andare al body shaming”, scrivono, puntando il dito contro la giornalista, ‘rea’ di “body shaming a targhe alterne“. Teoria enunciata al festival di Sanremo, con una partecipazione controversa ma anche commovente.
“Com’era la storiella del rispetto, del non giudicare dall’aspetto fisico, del diritto di vestirsi come si vuole?”, chiedono, accusando: “Lei sul pulpito a Sanremo a fare la morale, poi si comporta così. Predicare bene, razzolare male. Tutto previsto…
Cos’è il bodyshiming
Il body shaming, o derisione del corpo, è l’atto di deridere una persona per il suo aspetto fisico; quasi qualsiasi caratteristica fisica può essere presa di mira: l’adiposità o la magrezza, l’altezza o la bassezza, la presenza, l’assenza o la cura della peluria corporea, il colore dei capelli e l’acconciatura, la forma e le dimensioni del pene, del seno, del bacino o delle natiche, la muscolatura, la presenza di tatuaggi o piercing, o anche malattie considerate antiestetiche come la psoriasi.
Perfino gli odiatori di Trump
Tra chi fa polemica c’è anche chi non ama il presidente Usa. “Trump non mi piace…ma questo è bodyshaming. Non bisognerebbe mettersi al suo livello“; “Proprio lei che fa la paladina del politicamente corretto? Proprio lei che si inalbera per le discriminazioni?”; “Un orribile presidente, senza dubbio. Ma esattamente cosa c’entra il body shaming? O vale solo quando colpisce quelli con cui ci identifichiamo?”. “Ma perché – chiedono ancora – lei può insultare il mondo intero, ma si lamenta quando conseguentemente prendono in giro lei?”. Dalla giornalista, finora, nessuna replica.