Mafia e B., per giornali e tv il boss Graviano è un mezzo bidone. E Travaglio diventa una furia

9 Feb 2020 20:06 - di Marzio Dalla Casta
Travaglio

Ossessionato da B. Come prima, più di prima. Marco Travaglio non si smentisce e piuttosto che fare le pulci al boss Giuseppe Graviano, che accusa il Cavaliere facendo parlare i morti, le fa a giornali e tv troppo reticenti – a suo dire – nel darne notizia. Ci risiamo. La mafia, B. e l’accusatore di turno, versione sicula dell’Isso, essa e ‘o Malamente che furoreggiava sotto il Vesuvio. Vecchia storia, solito schema. Questo: nessuno, oltre al Fatto Quotidiano, fa davvero la guerra a B. Che poi è tutta una questione di concorrenza, cioè di copie e quindi di soldi, con Repubblica. Proprio come tra Pd e M5S è solo questione di voti. Competition is competition: là nelle edicole, qua nelle urne. A contendersi i manettari, lettori ed elettori. Senza stare troppo lì a spaccare il capello in quattro.

Travaglio dedica due pagine al padrino di Brancaccio

Già, a Travaglio poco importa se la sua “bomba” spesso è solo un tricchetracche e, quanto a rumore, peggio di una fetecchia. Fedele alla consegna per cui «non è importante quel trovi alla fine della corsa, ma quel che provi mentre corri», che entusiasma tutti tranne chi soffre di diarrea, il Direttore sa che il bello è soprattutto nell’attesa. Lo ha scoperto maneggiando il Ciancimino Jr. Chissà quanti e quali fremiti d’emozione avrà provato portandolo in processione come una reliquia o nei tanti incontri in tv, ospitante Michele Santoro e officiante  Antonio Ingroia. Un “ dai e dai” senza requie. Purtroppo per loro, invece di vedere B. in galera, si sono ritrovati con il giovane Ciancimino condannato per calunnia, riciclaggio di denaro e detenzione di esplosivi.

Il precedente di Ciancimino Jr.

Una vera mammoletta, sincera soprattutto. Ma la premiata compagnia di giro unita dal grido “la mafia non deve morire perché noi dobbiamo campare” lo aveva arruolato comunque. Giusto per assaporare il gusto dell’attesa. Quella di trovare conferma ai propri deliri. Ora è il turno del padrino di Brancaccio. «Graviano chi?», ha polemicamente urlato il Fatto in prima pagina per sottolineare la tiepida accoglienza riservata dai media alle sue accuse. Di nuovo fremiti e brividi percorrono la schiena di Travaglio. La corsa a consacrare la mafiosità di B. è ripartita. Come prima, più di prima. E poco importa se sarà ancora una volta il beffardo «ritenta, sarai più fortunato» tutto quel che troverà al posto del traguardo.

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