Non vittime di Tito, ma “scivolati” nelle foibe: l’oltraggio del consigliere di Teramo agli italiani trucidati
Prima il rifiuto di commemorare le vittime delle foibe nel Giorno del Ricordo, poi un post infarcito del peggiore negazionismo per rivendicare quel gesto sprezzante. A Teramo l’oltraggio agli italiani martirizzati dai partigiani titini ha il nome e il volto di un consigliere comunale: Lanfranco Lancione. Ma porta anche il sigillo della maggioranza di centrosinistra, rimasta in silenzio mentre il consigliere di Insieme Possiamo lasciava polemicamente l’aula, e non solo.
La denuncia di FdI: “Una vergogna. E la maggioranza tace”
“Vergogna! Da cittadino teramano, da italiano, da padre di una bambina di 13 anni, prima ancora che da consigliere capogruppo di Fratelli d’Italia stigmatizzo con la parola vergogna quello che è avvenuto in consiglio comunale”, ha commentato il capogruppo di Fratelli d’Italia, Pasquale Tiberii, ricostruendo l’accaduto e spiegando che Lancione, dopo la richiesta di un minuto di silenzio per i martiri delle foibe, ha anche lanciato “il badge di presenza sul tavolo della presidenza”. “Il tutto con il colpevole silenzio del sindaco, Gianguido D’Alberto, della giunta e dei consiglieri di maggioranza. Anzi, al consigliere Fracassa che aveva evidenziato l’atto, dai banchi della giunta si è cercato di spiegarne l’atteggiamento come una presa di posizione dinanzi ad una sorta di propaganda elettorale del centrodestra sulla tragedia delle foibe”.