Pensioni, ecco quali trucchi e strategie usare per non avere un assegno da fame
Pensioni ecco come fare per non avere un assegno da fame. Andare in pensione è un sogno che spesso si trasforma in un incubo. L’assegno che si va ad intascare è molto più leggero rispetto allo stipendio percepito. Per chi va in pensione si preannuncia un periodo non sempre roseo, anche perché i nostri pensionati sono i più tassati e i meno tutelati dal governo. Ma ci sono alcuni trucchi e strategie per cercare di avere un assegno un po’ più pesante. Ci sono per esempio strumenti che offrono agevolazioni fiscali. Uno di questi per esempio è quello di crearsi una previdenza integrativa. Lo scrive il Corriere della Sera.
Pensioni, tre ipotesi e la scelta sul Tfr
Esistono tre strade, spiega il Corriere: l’adesione a un fondo aperto senza versare il Tfr in modo da avere a disposizione una sorta di tesoretto. L’adesione sempre a un fondo aperto, ma con il versamento della liquidazione e l’adesione a un fondo negoziale, ovvero di categoria. I risultati sono molto diversi a seconda dello strumento a cui si decide di aderire e in alcuni casi si richiede un importante sforzo economico durante la vita lavorativa.
Importante è la scelta sul Tfr: versarlo o non versarlo? Per raggiungere l’obiettivo del 90% senza fare grandi rinunce durante la vita lavorativa è necessario versare anche il trattamento di fine rapporto. A questo punto, tanto vale aderire al fondo di categoria (il versamento del Tfr è obbligatorio), così da poter beneficiare del contributo aggiuntivo del datore di lavoro.
Riscatto laurea
Se poi si sceglie il riscatto agevolato della laurea, si legge sul Corriere, si potrà andare prima dei 67 anni. La questione riguarda la valorizzazione del periodo di studi, introdotta dalla recente normativa, ossia il decreto legge n. 4/2019 che ha peraltro previsto la famosa «quota 100». La citata normativa, allorché il periodo da riscattare si colloca nel sistema contributivo (dal 1° gennaio 1996), prevede un criterio di calcolo dell’onere alternativo e più favorevole. Oltre a quello ordinario (33% della retribuzione degli ultimi 12 mesi), quello cosiddetto “soft”, legato al valore minimo contributivo dei commercianti: 33% di 15.954 euro (valore del 2020), per cui il costo di riscatto di un anno di studi quest’anno è di 5.265 euro. Per un totale di 26.300 euro su 5 anni. Si potrà così andare in pensione a 64 anni (3 anni prima), sempre rispettando l’obiettivo di un tasso di sostituzione del 90%.