Prescrizione, Bonafede: «Nessuna trattativa con Renzi». La replica: «Zitto, non hai i numeri»

5 Feb 2020 14:03 - di Michele Pezza
prescrizione

Nessuna trattativa sulla prescrizione. L’ultimatum lanciato – via Repubblica – da Matteo Renzi («voteremo contro») non spaventa Bonafede. Anzi, ne ha rafforzato il proposito di tenere ben tesi i muscoli nel braccio di ferro in corso nella maggioranza. «C’è chi minaccia e urla, io lavoro», la replica affidata dal Guardasigilli ai giornalisti a margine dell’apertura dell’anno giudiziario al Consiglio di Stato. A riprova che fa sul serio, ha annunciato che «entro 10 giorni» porterà «la riforma del processo penale nel Consiglio dei ministri», dove «ciascuno si prenderà le proprie responsabilità». “Ciascuno” è soprattutto Renzi. «A volte – è sbottato Bonafede – sembra che i testi glieli scrivano Salvini o Berlusconi».

Il ministro: «Fra 10 giorni riforma del processo penale»

Toni, come si vede, più consoni ad avversari che ad alleati di governo. Il ministro è andato giù pesante. Come del resto era stato pesante Renzi in un passaggio dell’intervista. «In questo Parlamento – aveva detto l’ex-premier – i numeri sono chiari: Bonafede è nettamente in minoranza». Non proprio una carezza. Soprattutto se si considera che il vero obiettivo del leader di Italia Viva è il Pd. «I Dem – è stato infatti il ragionamento – dovranno votare in aula scegliendo tra la Orlando e la Bonafede. E in alcuni casi si procederà a scrutinio segreto. I numeri non ci sono, punto. Sulla prescrizione dovranno cedere. Come lo faranno e in che tempi, è un problema del premier. Io so che molleranno».

Salvini: «Sulla prescrizione s’inventeranno una supecazzola»

Chi al contrario è convinto che tanto rumore sulla prescrizione non produrrà nulla è Matteo Salvini. «Il governo – ha preconizzato  il leader leghista in una diretta su Fb – non cadrà, perché questi, in nome della poltrona, l‘accordicchio lo troveranno. Si inventeranno la supercazzola, come sul Mes o sull’autonomia che è proprio scomparsa dall’agenda o come la tassa sulla plastica che è stata rinviata a luglio. Il governo rinvia – ha concluso Salvini – l’economia è ferma».

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