Sardine senza vergogna da Fazio: “Noi siamo gentili, non odiamo” (video)
Loro, le Sardine, sono i profeti della gentilezza. Non odiano. Non insultano. “Abbiamo portato sui social un linguaggio nuovo, la gentilezza come rivoluzione”, ha detto ieri sera Mattia Santori da un adorante (come sempre) Fabio Fazio. Nel video in basso, il “cantico delle Sardine” enunciato ieri dal loro leader nel confortevole salotto di “Che tempo che fa”.
Peccato che solo due giorni fa la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni avesse pubblicato sulla sua bacheca qualche simpatico screen shot non proprio pacifico. “Leggete gli amorevoli commenti che mi rivolgono sul gruppo Sardine di Roma. Ma questi signori sono quelli che scendono in piazza contro il linguaggio d’odio?”.
Nel riquadro della foto, qualcuno degli epiteti rivolti alla Meloni dai profeti della gentilezza…
Le Sardine insultano, ma non è colpa loro
A stretto giro erano arrivate le scuse delle Sardine nazionali, che avevano scaricato la colpa degli insulti alla pagina gestita da Stephen Ogongo. ” Che “non è più autorizzato” a usare il nome Sardine “per essersi autoescluso dal movimento”.
La colpa , quindi, non sarebbe degli odiatori. Ma degli scissionisti. E nel caso degli insulti che avevano coinvolto anche Matteo Salvini? “Secondo me si dovrebbe fare un bel fascio e bruciarlo, lui con Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi. Ci ha portato indietro di 60 anni – solo per prendere qualcuno dei commenti apparsi sulle pagine delle Sardine – il nuovo nazifascismo è rappresentato da Salvini. Che gli venga un cancro a lui e a chi lo vota“. Questo linguaggio social, che le Sardine condannano e che ieri sera lo stesso Santori ha stigmatizzato, non risparmia nessuno. Tantomeno loro. Ma un po’ di pudore nell’affermare che gli unici “gentili” sono quelli del movimento ittico, sarebbe stato doveroso. Magari con un minimo di contraddittorio del conduttore adorante.
Allora ,,impiccati,, rivolto a Salvini è messaggio di amore, alla Meloni tutti insulti, sono messaggi di amore? Allora non riesco immaginare, quali potrebbero essere messaggi di odio, se quelli sopracitati sono di gentilezza e di amore.