Setta del diavolo-vampiro: almeno 7 vittime in tutta Italia
Il “fondatore”, un 23enne russo residente in Toscana, l’aveva chiamata Congrega del diavolo-vampiro. Nulla di goliardico, purtroppo. Al momento ci sono, infatti, sette vittime accertate. Ma possono essere la punta dell’iceberg.
Ecco i nuovi sviluppi nell’inchiesta della Dda fiorentina e della squadra anti sette della questura di Firenze sulla congrega del diavolo-vampiro. La presunta setta satanica – con base nella provincia di Prato – era guidata da un ragazzo russo di 23 anni. Secondo le accuse, si praticavano rituali esoterici e abusi sessuali anche su minori.
Nuovi sviluppi in Toscana
Oltre alle 4 vittime individuate durante i primi accertamenti, culminati con le perquisizioni della scorsa settimana, altre tre persone si sono presentate negli uffici della questura di Firenze, riferisce “La Repubblica”, per denunciare abusi e ricatti psicologici: testimonianze drammatiche, durante le quali le vittime si sono mostrate terrorizzate per le possibili ritorsioni del giovane leader (al momento l’unico indagato con le accuse di riduzione in schiavitù e violenza sessuale) e degli altri membri della setta. In attesa di raccogliere nuove testimonianze – una ventina le persone che hanno preso contatto con la questura negli ultimi giorni – la squadra mobile è ora al lavoro per cercare riscontri alle nuove accuse.
Il diavolo-vampiro trovava le vittime sul web
Secondo quanto emerso il cittadino russo, studente universitario, agganciava i potenziali adepti sui social network. Li suggestionava convincendoli di essere dei prescelti e li legava a sé con un patto di totale obbedienza, ricorrendo a trucchi di magia per persuaderli dei propri poteri o a messinscene come fingere di farsi uccidere da due complici per poi resuscitare. Durante i rituali, scrive nel decreto di perquisizione il sostituto procuratore della Dda fiorentina Angela Pietroiusti, dava morsi sulle braccia delle vittime “causando dolori persistenti e cicatrici”.
Dietro il diavolo-vampiro uno stupratore
Si presentava come un diavolo-vampiro. Diceva di morderli per “aumentare le loro potenzialità e per riattivare l’essenza di lupo mannaro e vampiro delle loro vite precedenti”. Con la scusa di recuperare i ricordi delle vite passate, faceva inalare incensi e cristalli. In quasi in tutte le occasioni gli incontri terminavano con il rituale dello “sblocco sessuale”. Un pretesto con cui ragazzi anche minorenni venivano spinti ad avere rapporti omosessuali.