Treno deragliato, “Il bilancio poteva essere ancora più drammatico”. Una casualità ha salvato vite umane
Gli uomini della polizia scientifica, arrivati da Roma, e del Nucleo operativo incidenti ferroviari sono al lavoro per cercare di ricostruire le cause dell’incidente ferroviario che si è verificato ieri mattina, a pochi chilometri da Lodi, sulla linea della Tav Milano-Salerno, e che è costato la vita ai due macchinisti Giuseppe Cicciù, 52 anni, e Mario Di Cuonzo, 59. I rilievi interesseranno i binari e le prime carrozze del treno deragliato, quelle che hanno riportato i danni maggiori perché più vicine alla motrice.
“Giorni, se non settimane, per ripristinare la linea”
Da quanto trapela dagli addetti ai lavori ci vorranno giorni, se non alcune settimane, per ripristinare la linea dell’Alta velocità. Gli esperti della polizia stanno lavorando anche all’acquisizione dei dati dei sistemi di registrazione che regolano la circolazione ferroviaria e all’analisi delle scatole nere del treno. Saranno queste ultime, più che le telecamere, a restituire gli ultimi istanti del viaggio del Frecciarossa. Gli “occhi” della videosorveglianza, infatti, sono presenti in stazione “ma – ha fatto sapere un investigatore – sono di sicurezza e hanno ripreso solo qualche scintilla”.
Quella casualità che ha evitato un bilancio ancora più tragico
Intanto emergono alcuni dettagli. In particolare, gli investigatori non nascondo che il bilancio dell’incidente, nel quale si sono registrati anche 31 feriti, poteva essere ancora più tragico. La motrice per un sistema di sicurezza si è staccata dal resto del treno, la seconda carrozza invece ha probabilmente incontrato un ostacolo sul cammino e si è inclinata sui binari. Ma quella carrozza era di prima classe ed era vuota, visto anche l’orario del treno. Questa casualità – non sempre la prima classe è in testa al treno – secondo gli investigatori, ha evitato che si perdessero altre vite umane. “Le carrozze in testa hanno continuano a correre sulle pietre per 400 metri”, è stato spiegato.
Le ipotesi della Procura sul treno deragliato
L’ipotesi a cui lavora la Procura è quella di uno scambio posizionato in modo errato dopo dei lavori di manutenzione appena terminati. Le indagini sono contro ignoti per disastro ferroviari colposi, omicidio colposo e lesioni multiple. Gli inquirenti hanno spiegato che i cinque operai di Rfi che hanno eseguito i lavori era all’opera “su un’anomalia segnalata dal sistema”. Ascoltati ieri, il caposquadra e i quattro tecnici avrebbero negato eventuali errori di manutenzione.