Viltà e nomine: il Pd contro Renzi ma tace su M5s all’attacco di Gualtieri (video)
Se c’è un ministro importante è quello dell’economia. Una maggioranza ha il dovere – sempre – di tutelare quel ministro, che ovviamente si deve saper far rispettare e non odiare, perché da lui passa il crocevia di ogni politica da attuare.
Ed è davvero stravagante il tiro al piccione nei confronti di Renzi – che, per carità, non si fa mancare nulla nella sua vis polemica – in coincidenza col silenzio sulla concorrenza grillina nei confronti di Roberto Gualtieri nel collegio dove compete, quello di Roma 1. Una zona considerata buona dalla sinistra, ma che potrebbe essere contesa da Maurizio Leo per il Centrodestra, vista la spaccatura nella coalizione di “governo”.
Renzi voleva candidare una giornalista di Repubblica, Federica Angeli, ma Zingaretti ha detto no. E Italia Viva ha abbozzato. Ma ai Cinquestelle – che hanno schierato una candidatura contro il ministro – il governatore-segretario non ha detto una parola. Eppure il loro boicottaggio è ben più pericoloso. Se Gualtieri le busca, come si mette?
Tanto più che a quelli di Italia Viva i nervi li fa perdere pure Rocco Casalino con i suoi atteggiamenti (l’audio sul Conte ter). Dalle parti del collegio loro non si sono ancora visti ed è ovvio. Fingeranno di far votare per Gualtieri, ma basterà non sforzarsi per far disertare le urne da un pezzo, magari decisivo, di sinistra moderata.
Lo vogliono far perdere
In fondo, ai Renziani conviene far perdere Gualtieri, per provare a buttare giù Conte e rinegoziare le nomine in scadenza. E se anche Conte dovesse resistere col ministro trombato, comunque il Pd sarebbe più debole esattamente come il premier che Zingaretti tanto difende.
Le nomine sono il capitolo più importante della stagione che si apre. Renzi non vuole accontentarsi delle briciole e come spiega bene Luigi Bisignani nel video che pubblichiamo, esse sono importanti, anche per i voti in Parlamento per una pattuglia di “responsabili” da reclutare a qualunque costo.
In ballo ci sono tanti consigli di amministrazione più o meno importanti. E per il vecchio manuale Cencelli sempre in vigore – spiega Bisignani – un presidente vale cinque punti, un consigliere tre, i collegi sindacali da uno a due. E siccome stanno tutti con calcolatrice e curriculum in mano, ecco che se si indebolisce uno si rafforza l’altro.
Piegano solo l’Italia. Ma in fondo che gliene frega: non sono mica Patrioti.
https://www.facebook.com/liberipagina/videos/595803321364400/
Egregio direttore
la minaccia più grave per questo paese è il disegno, chiaro ed evidente, di concedere la cittadinanza facile facile (e quindi il diritto di voto) a tutti i nuovi arrivati dall’Africa che per ovvie ragioni non voterebbero di certo per il centri destra.
Lo faccia presente alla Meloni per dare il via ad iniziative popolari volte a bloccare questa schifezza.
cordialità
Ci sono 400 nomine in ballo, vuol dire denaro, tangenti, finanziamenti alle fondazioni, potere e voti, tanti voti comprati……………in confronto i mafiosi sono dei chirichetti ed anche modesti………..Non molleranno l’osso neanche a cannonate !
Quando una compagine sta insieme solo per sete di potere, senza ideali comuni, senza principi, alla fine è destinata ad implodere. Speriamo solo che stavolta sia quella buona, e che questo infame ed arrogante personaggio che guida il governicchio, venga rispedito nell’anonimato dal quale è spuntato fuori. Bene avrebbe fatto ad andare avanti con la barra dritta, invece di rinnegare sé stesso e tutto il suo operato, solo per restare a capo di un’accozzaglia di abusivi ; probabilmente avrebbe potuto crearsi uno spazio importante nella politica italiana. Così invece, appena cadrà farà un tonfo fragoroso, e nessuno rimpiangerà la sua viscida presenza. Un traditore seriale, col quale è sconsigliabile persino prendersi un caffè al bar, per non rischiare di essere pugnalati alle spalle ; ma forse è per questo che consuma una quantità industriale di caffè.