Addio ad Alberto Arbasino, l’intellettuale snob che detestava il politicamente corretto

23 Mar 2020 15:45 - di Corrado Vitale

Alberto Arbasino è morto a Voghera, città dove era nato, all’età di 90 anni. La cultura italiana perde con lui uno degli osservatori più acuti e sarcastici del costume nazionale. Arbasino era uno snob che detestava soprattutto il provincialismo. E la provincia italiana era uno dei suoi privilegiati luoghi di osservazione all’inizio della sua parabola intellettuale. Poi, con il passare degli anni, Arbasino sposta il suo fuoco polemico sul politicamente corretto.  E ciò per le enormi manifestazioni di stupidità cui può dar luogo.

L’esordio negli anni Cinquanta

Arbasino si fa conoscere al pubblico, fin dagli anni Cinquanta, con alcuni scritti pubblicati su riviste importanti come “L’illustrazione italiana”, “Officina” e “Paragone” che nel 1955 gli pubblica uno dei suoi primi racconti, “Destino  d’estate”, dove si rintracciano alcuni temi ricorrenti nell’opera di Arbasino: la provincia italiana del periodo post-bellico chiusa nel suo mondo ristretto e la critica di una società pettegola e ristretta delle ville e dei salotti.

Protagonista dell’avanguardia letteraria

Si afferma come uno dei protagonisti dell’avanguardia letteraria degli anni  ’60 .  È tra i fondatori del  Gruppo 63 (tra gli altri con Nanni Balestrini, Alfredo Giuliani, Francesco Leonetti, Elio Pagliarani, Edoardo Sanguineti, Luciano Anceschi, Umberto Eco, Angelo Guglielmi). Nel 1963 esce su “Il Giorno” un articolo intitolato “La gita a Chiasso”, nel quale Alberto Arbasino denuncia i ritardi della cultura italiana. L’espressione “la gita a Chiasso” diventerà in seguito proverbiale metafora, esortazione a superare il provincialismo e l’arretratezza della cultura italiana.

In Arbasino la parodia agisce sulla base della divagazione e dell’accumulo, ma l’accelerazione dei tempi e la sfrenata eterogeneità dei materiali, tra cui prevalgono reperti Kitsch, la orienta verso un  modello narrativo che si affida prevalentemente alla riproduzione di  moduli e tecniche mutuate dal cabaret e dall’arte pop.

Nel 1967 Arbasino inizia la collaborazione con “Il Corriere della Sera”, terminata poi con la direzione di Giovanni Spadolini: e fu proprio il suo ex direttore a candidarlo e a farlo  eleggere come indipendente al Parlamento italiano per il Partito  repubblicano, di cui è stato deputato fra il 1983 e il 1987. Nel 1976  inizia a collaborare al quotidiano “La Repubblica” nel 1977 conduce suRai 2 il programma “Match”.

 

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