Chi vuol far fallire l’Italia? A Taormina annullato il 90 per cento delle prenotazioni
5 Mar 2020 17:57 - di Federico Raineri
Chi vuol far fallire l’Italia? Se lo chiede un imprenditore siciliano da Taormina, Federico Raineri.
Riceviamo e volentirei pubblichiamo
“Caro Direttore, le scrivo per esprimere con grande rammarico il mio pensiero da giovane imprenditore siciliano, che da sempre cerca di occuparsi della tutela e promozione della nostra terra. Oggi assistiamo ad un paradosso assoluto. Mentre il New York Times incorona la Sicilia come metà turistica 2020 a Taormina sono state annullate il 90% delle prenotazioni.
Credo, dal mio punto di vista, sia evidente la volontà di fare fallire l’Italia. Nell’ultimo decennio abbiamo assistito ad una progressione di incapaci alla guida del nostro Paese, senza comprendere minimamente l’obiettivo e/o l’azione politica di ognuno. Si respira nell’aria solo incertezza e confusione, se non ultimo con questa storia del coronavirus promovendo e seminando terrore. Mentre più scienziati hanno già affermato che il covid 19 ha un tasso di mortalità pari al 2/3% dei contagiati, di gran lunga inferiore ad una influenza o bronchite tradizionale.
E’ evidente che i nostri governanti non hanno benché la minima idea del danno che stanno facendo al nostro Paese e stando alle loro dichiarazioni pare che loro non se ne rendono nemmeno conto.”
Lettera firmata, Taormina
E non solo Taormina è in crisi
Il grido di dolore arriva anche da Federturismo. La vicepresidente Marina Lalli considera ormai superata la prima previsione che stimava una perdita di cinque miliardi di euro in un settore che rappresenta il 10 per cento del Pil e oltre quattro milioni di addetti. «Anche nel caso di una rapida soluzione del problema per il nostro settore – aggiunge la vicepresidente Lalli – la stagione è compromessa: oltre alle migliaia di cancellazioni, si aggiungono le mancate prenotazioni per tutto il secondo semestre 2020, normalmente gia a buon punto in questa parte dell’anno». Morale: Federturismo ha chiesto a Conte lo stato di crisi per l’intero comparto.