“Cinesi untori alla Fiera di Rimini”. Ma lo “scoop” della Lucarelli è una bufala
Lo scoop della Lucarelli sui cinesi untori a Rimini? Fake news. Ecco la smentita, nei particolari, della ditta chiamata in causa dalla blogger. “Alcuni organi di stampa hanno riportato l’ipotesi di un collegamento tra la zona di Codogno, colpita tra le prime dall’emergenza Coronavirus, e lo svolgimento della fiera Sigep di Rimini dello scorso mese di gennaio, che ha visto la partecipazione di oltre 1200 aziende tra cui la Pomati Group” e una azienda, fra le tante, originaria di Wuhan. “Essendo stati citati in tal senso, riteniamo doveroso precisare che nessun dipendente e nessun dirigente della Pomati Group cha ha partecipato alla Fiera Sigep di Rimini, ha riportato sintomi riconducibili all’infezione da coronavirus, né prima, né durante, né dopo la manifestazione fieristica riminese”. Lo sottolinea la Pomati Group bollando poi la notizia come una ‘fake news’.
Nella tesi della Lucarelli anche le date non collimano
“Peraltro occorre evidenziare che il periodo di osservazione del contagio, stabilito dagli organi sanitari competenti, tra i 7 e i 14 giorni di incubazione, non coincide con le tempistiche dello svolgimento della fiera (18/22 gennaio) e il primo caso di Codogno (21 febbraio) essendo trascorsi oltre 30 giorni – conclude l’azienda di Codogno – Quanto sopra esposto, allo scopo di chiarire la posizione della Pomati Group, riteniamo che questa notizia circolata ha tutte le caratteristiche di una fake news”.
Singolare notare il repentino voltafaccia della Lucarelli, molto simile a quello del suo collega del Fatto quotidiano, Andrea Scanzi. Fino a poche settimane fa la giurata di Ballando con le Stelle interveniva in tv per dire che sul coronavirus c’era un allarme ingiustificato. Era stata tra le prima a partecipare alle iniziative nei ristoranti cinesi per ribadire che il nesso tra la Cina e il coronavirus era solo un allarme xenofobo.
Diceva a Burioni: “Sul coronavirus spaventi la gente”
La stessa Lucarelli, che oggi si scopre virologa, un mese fa insegnava a Roberto Burioni come fare lo scienziato. Un allarmismo ingiustificato, spiegava la blogger. “Burioni ha calcato parecchio la mano, per esempio scrivendo su Twitter di “conseguenze irreparabili se non si fosse isolata la Cina” e dimenticando così la sua missione e le sue responsabilità di scienziato. Non si scrive, in un tweet, ‘conseguenze irreparabili’ con leggerezza, perché quell’aggettivo evoca morte e disastri, alimenta la psicosi”. Un mese dopo la stessa blogger dà la caccia agli “untori”. Complimenti.
Potrebbe essere una bufala la pista che collega Rimini a Codogno, ma già a fine dicembre in Emilia Romagna si registrava un’ondata di polmoniti sospette con sintomi sovrapponibili a quelli del covid. Non dimentichiamoci poi che è stato solo fortuito il fatto che il primo caso sia stato beccato a Codogno e che l’Italia se ne sia accorta a fine Febbraio, altrimenti anche noi ci saremmo accorti della situazione non meno di 15 giorni dopo con l’intasamento dei primi ospedali. Non dimentichiamo che poi il famigerato paziente zero non è stato mai scoperto.
Citando Feltri,
Scanzi non dico che è un pessimo giornalista, è solamente pessimo.
Nel caso della Santarelli, non è nemmeno giornalista, perché le putt.ate gliele scrive lo stratega Travaglio, dopo che gli avrà fatto un servizio ….
Pessimo giornalismo, pessima giornalista , pessimo gusto.
Perchè non colpiamo legalmente questi inutili cirarlatani?
Nella 2WW dopo i bombardamenti se le ronde pescavano qualcuno a saccheggiare lo mettevano al muro a fianco del portone; stessa sorte dovrebbe toccare a questi due c……….. che sparano stupidaggini a tutta forza!
C’era o non c’era una ditta di Wuhan alla Fiera di Rimini tra il 18 e il 22 gennaio? Se c’era, era da irresponsabili, per non dire criminali, dato che in Cina tutta la regione di Wuhan era bloccata.