Coronavirus, l’Iss: ha subito piccole mutazioni. Il ricercatore: a Wuhan mangiano blatte e pipistrelli
Il Coronavirus “ha subito solo piccole mutazioni”. E “non e’ diventato più aggressivo”, sostiene Gianni Rezza, dell’Istituto Superiore di Sanità durante la conferenza stampa quotidiana alla Protezione civile.
Rezza ha rivelato che l’Iss “ha isolato e sequenziato interamente il Coronavirus in un paziente cinese, in uno lombardo e anche in uno veneto. E’ sempre quello cinese, ha subito solo piccole mutazioni” rispetto al virus originario.
E, intanto, intervistato dall’Adnkronos, Mario Malinconico, dirigente di ricerca presso l’Istituto per i polimeri compositi e biomateriali di Pozzuoli, sottolinea le estreme condizioni ambientali e igieniche delle zone della Cina da cui è arrivato il Coronavirus.
Anche l’inquinamento in Cina all’origine del Coronavirus?
Il ricercatore del Cnr ha infatti frequentato spesso la Cina negli ultimi anni. Ed ha molte volte contattato e visitato centri di ricerca e industrie di quelle aree.
Nell’area delle regioni della Cina “dell’Hunan, dello Shenzhen e dell’Hubei, dove si trova Wuhan, la metropoli tristemente nota da cui si è attivato il Coronavirus, l’inquinamento è stato palpabile per decenni” e si sono “registrate nel tempo malattie respiratorie molto gravi“.
Ma non è solo questo.
“Sicuramente molto critico, per la sostenibilità di quella regione della Cina, è stato il trasferimento di intere masse di popolazione che, dalle campagne, hanno portato nell’area industria dove sorge Wuhan abitudini alimentari insostenibili“, spiega Malinconico.
Le precarie condizioni igienico santarie di Wuhan
Nelle città di quei territori le condizioni igienico-alimentari sono infatti molto precarie. E’ molto diffusa l’abitudine della condivisione del cibo da un unico piatto da cui, in tanti, si nutrono con le tradizionali bacchette”, riferisce il dirigente del Cnr.
“E una forma di promiscuità che fa riflettere sulla possibile trasmissione del Covid-19 (il Coronavirus) per contatto diretto” argomenta il ricercatore del Cnr.
Non solo.
“Non è ancora possibile attribuire cause scientificamente certe sul possibile “salto di specie” che ha compiuto il nuovo Coronavirus. Se lo ha compiuto attraverso contatto diretto. O cibandosi di animali selvatici. Ma – annota Malinconico – fa riflettere che nella regione di Wuhan ho visto mangiare non solo pipistrelli ma anche blatte, vipere, scorpioni, vermi, oltre a cani“.
Nel piatto dei cinesi, blatte, scorpioni, vermi e cani
“La mia esperienza mi fa riflettere sulla possibilità che era più probabile che il nuovo Coronavirus potesse attecchire in quelle zone” osserva il chimico del Cnr.
“Non sono un chimico alimentare. Ma mi sento di suggerire, in questo momento così drammatico, di mantenere un elevato standard igienico anche alimentare. Direi che i cibi crudi debbano essere controllati. Così come accade nelle filiere alimentari italiane che hanno alti standard” conclude il ricercatore del Cnr.
Mac Arthur aveva ragione!