
Così Erdogan ricatta l’Europa coi clandestini per finanziare le sue invasioni militari
Il “sultano” turco Erdogan è a caccia di fondi freschi per finanziare le sue avventure militari in Siria, Libia e Kurdistan. Nel tentativo di scassinare le casse della Unione europea, Erdogan ha lasciato via libera ai clandestini che ora assediano violentemente il confine greco nella zona di Edirne mettendo a repentaglio la sicurezza dello Stato e del popolo greco. Peraltro già provato, quest’ultimo, duramente dalla troika europea che lo ha ridotto alla fame.
Erdogan minaccia la sicurezza dell’Europa
Anche in Italia, specie dopo l’insediamento del governo Conte bis, gli sbarchi sono ricominciati in grande stile incoraggiati dal Pd e dalle ong che continuano a lucrare sul fenomeno. Le statistiche molto accurate rilasciate dal ministero dell’Interno, però, sono molto impietose al riguardo mostrando che solo dieci richiedenti su cento sono veri profughi mentre i restanti novanta sono solo dei furbetti dell’asilo e autentici clandestini. Ma Erdogan di questo non si cura.
Ma mentre il servitore dello Stato che sbaglia viene perseguito senza pietà e l’imprenditore che rimane indietro con i pagamenti delle tasse viene messo sul lastrico, i furbetti dell’asilo politico vengono ospitati in hotel con piscina a spese di noi italiani. Per poi, nella migliore delle ipotesi, essere rimpatriati con comodi voli diretti, sempre a spese nostre.
Perché i clandestini scelgono proprio l’Italia?
Riguardo a questo fenomeno, che ha avuto una crescita esponenziale negli ultimi anni, viene subito da chiedersi per quale motivo tutti questi iracheni, nigeriani, cingalesi, eritrei, siriani, afghani o pakistani dovrebbero decidere di venire in Grecia o in Italia, Paesi diversi per lingua, tradizioni e religione, quando ai loro confini hanno altre nazioni molti più affini ove potrebbero rifugiarsi. Come la Turchia, l’Iran, la Giordania, e tutti i Paesi arabi del Golfo Persico.
I “profughi” dovrebbero rimanere vicino al loro Paese
Logica e buon senso vorrebbero che, quando una persona deve momentaneamente allontanarsi dal suo Paese per motivi bellici, cerchi di restare il più vicino possibile in modo da poter prontamente rientrare in patria a guerra o persecuzione politiche finite. Così fecero gli italiani e cosi hanno fatto tutti i profughi di guerra in tutti i tempi. Al contrario, quando si decide di andare in Paesi diversi e lontanissimi sia per cultura che per mera distanza, allora vuol dire che la guerra o le persecuzioni sono un comodo pretesto per ottenere uno status di rifugiato che, altrimenti, non si sarebbe potuto ottenere.
E c’era chi volea Erdogan nella Ue
Il problema vero è che la attuale normativa sul diritto d’asilo è troppo lassista e lascia troppo spazio ai furbi e ai disonesti. Ed Erdogan lo sa bene. Pertanto andrebbe modificata celermente. Riaffermando, in modo chiaro e netto che i profughi, siano essi politici o religiosi o di guerra, non hanno il diritto di scegliere in quale nazione chiedere asilo. Bensì hanno il dovere di chiederlo nel primo Paese in cui transitano che offra garanzie sufficienti di stabilità e di salvaguardia della vita umana.
Il Tamil (di etnia indiana) che fugge dallo Sri Lanka non deve avere diritto a chiedere asilo politico in Italia o Germania, ma in India. Che, per comune ammissione, è un Paese libero e democratico. L’eritreo che fugge dal suo Paese non deve chiedere asilo politico in Svezia o Finlandia ma a Dubai o negli Emirati Arabi Uniti. Che sono vicinissimi che hanno standard di vita più che adeguati. Non è tollerabile che un individuo che scappa dall’Afghanistan a causa della guerra percorra migliaia di chilometri per chiedere asilo in Svezia o in Australia.
Pseudo perseguitati ma veri profittatori
Se così non sarà, un numero sempre maggiore di pseudo perseguitati ma autentici migranti economici verrà a bussare alle nostre porte. Abusando del diritto d’asilo per ottenere quello che, in realtà, sarà solo un permesso di soggiorno mascherato. I governi europei, nella loro ignavia e codardia fanno finta di non vedere questo problema che, però, presto o tardi dovranno affrontare.
In questo quadro andrà detto a chiare lettere e senza fraintendimenti che l’asilo politico, istituto nobile e giusto se non abusato, può essere concesso solo a precise e strette condizioni. E solo a chi veramente ne ha diritto e ne ha i requisiti. Poi il diritto d’asilo non deve essere a tempo infinito ma dovrà venire meno nel momento stesso in cui cessano le ragioni che lo hanno determinato. Come giustamente evidenziato dal presidente americano Trump con riferimento ai profughi haitiani.
I clandestini che rifiutano di tornare sono solo dei furbetti
Il giorno in cui la Siria dovesse tornare ad essere un Paese sicuro, i siriani presenti in Italia con lo status di profugo dovranno ritornare nel loro Paese. Perché i veri fuoriusciti tornano sempre a casa appena possono, anche per dare una mano nella ricostruzione della loro Patria. Quelli che rifiutano di tornare sono solamente dei furbi che hanno approfittato degli eventi per abbandonare il loro Paese. La parola d’ordine deve essere che in Italia e nell’Unione europea deve entrare solo chi ha le carte in regola. E che non ci saranno eccezioni.
ecco la percentuale per nazionalità dei migranti arrestati dai greci alla forntiera dopo lo sconfinamento:
Afghanistan, 64%
-Pakistan, 19%
-Turchia, 5%
-Siria, 4%
-Somalia, 2,6%
-Iraq, Iran, Marocco, Etiopia, Bangladesh, Egitto: 5.4%.
La siria è solo al 4 %.Ridicoli tutti quelli della sinistra e del parlamento europeo.Ciechi e basta. Gli usa dopo tanti anni hanno ftto la pace coi talebani e hanno lasciato i militari italiani a guardare i sassi con lo spreco di decine di miliardi di euri di spese militari.ridicoli
E che dire dello svuotamento carceri? Erdogan ha aperto le porte delle sue prigioni per liberarsi dei criminali che si sono accodati per venire in Europa. Un po’ come ha fatto tempo fa la Tunisia. E poi il governo tunisino, a detta dei sinistri, si indegna se Salvini va a citofonare ad uno spacciatore … Appunto tunisino.