Covid-19, prime richieste di risarcimento contro i medici. La delibera degli avvocati napoletani
Su Covid-19, la notizia è di quelle che meritano di non passare inosservate anche a stimolare analoghe iniziative da parte di altri Consigli ordinistici. Il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli il 25 marzo ha deliberato in merito alla offerta di servizi legali di consulenza e assistenza in prospettiva di eventuali giudizi risarcitori per casi di “asserita” malasanità derivanti da ricoveri o episodi legati alla epidemia da Covid-19.
Gli avvocati di Napoli dalla parte dei medici
Il Consiglio “in un periodo in cui, l’Avvocatura è chiamata a commemorare avvocati deceduti che hanno speso la loro esistenza alla ricerca del giusto come impegno civile, rivolge un particolare ringraziamento alla categoria dei medici e a tutti gli operatori sanitari che, compiendo sforzi straordinari e in condizioni di grave assenza di mezzi, rischiano la loro salute e talvolta la vita per salvare quella dei cittadini”.
Covid-19, la delibera degli avvocati napoletani
“Purtroppo proprio in questi giorni – prosegue la delibera – si sono registrati anche sparuti casi di sedicenti “studi legali” che hanno pubblicizzato, anche in modo massiccio ed evidente, la propria offerta di prestazioni, il più delle volte addirittura gratuite fino al conseguimento del “risultato” risarcitorio, in favore di coloro i quali si possano ritenere vittime di asserite disfunzioni del sistema sanitario o di medici nelle varie fasi dell’assistenza epidemiologica. Sin d’ora, e ferma la valutazione dei singoli casi, si ritiene che tali condotte e tali improvvide campagne pubblicitarie siano del tutto inappropriate e denigratorie della serietà, della correttezza e dello spirito solidale e umanitario che storicamente connotano la classe forense”.
Che la categoria medica fosse sotto attacco lo si era capito anche dalle giornaliere notizie di aggressioni molto evidenti almeno fino all’insorgere dell’emergenza Coronavirus.
Avvocati di Napoli contrari: no a cause contro i medici
Inoltre era ampiamente diffuso il fenomeno del proliferare metastatico, come lo aveva definito la Cisl Medici Lazio, di sedicenti “associazioni di benefattori” che offrono i propri servizi per fare ottenere un risarcimento del presunto danno sanitario giocando sulla asserita gratuità della assistenza legale alle presunte vittime di malasanità.
In piena emergenza Covid sfido a trovare qualcuno che non abbia definito eroi i medici e gli infermieri, fulgidi esempi di abnegazione professionale ed umana condotta fino all’estremo sacrificio. Chiamati in prima linea spesso del tutto privi di idonei dispositivi individuali di protezione, con mascherine “utili forse a pulire gli occhiali”, come ha dichiarato lo stesso presidente della Regione Campania, ma non certo a proteggere gli operatori dal rischio di contagio.
Ma questo periodo di fidanzamento tra politica, mass media, uomini e donne dello spettacolo, cittadini impegnati a cantare dai balconi e ad appendere davanti agli ospedali lenzuoli con frasi solidali forse è già finito.
Sono già partite le prime denunce contro i medici ed è ripartita, neanche in troppo in sordina, lo sciacallaggio di chi è pronto a sostenere queste cause.
Ed allora è doveroso che la classe politica sostenga la richiesta di conversione in legge del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, recante misure di potenziamento del Servizio sanitario nazionale e di sostegno economico per famiglie, lavoratori e imprese connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19 che prevede “Per tutta la durata dello stato d’emergenza epidemiologica da COVID-19, in deroga alle disposizioni normative di cui alla legge 8 marzo 2017, n. 24, e in deroga alle altre disposizioni normative che la prevedono, la responsabilità degli esercenti la professione sanitaria e delle strutture sanitarie, pubbliche e private, è limitata alle sole condotte dolose”.
L’emendamento proposto mira ad introdurre una limitazione di responsabilità alle sole condotte dolose degli esercenti le professioni sanitarie e delle strutture sanitarie per tutta la durata dello stato di emergenza epidemiologica.
La misura proposta, risulta imprescindibile per limitare il potenziale impatto deflagrante che eventuali futuri contenziosi potranno avere sui bilanci delle strutture sanitarie, ancor più considerando la durata decennale della prescrizione e quindi degli effetti futuri che potrebbero spiegarsi per molti anni a venire.
In questo periodo di emergenza Covid è dunque riapparsa una delle varie forme di aggressione contro i medici. La categoria dei camici bianchi deve essere purtroppo consapevole che finirà presto vittima di paradossali ripercussioni giudiziarie e poco ci manca se non sarà accusata di essere complice del virus.
Inopportuno e ingiustificato l’intervento dell’ordine degli avvocati, una levata di scudi a favore dei sanitari che come le forze armate e forze dell’ordine dovrebbero essere: formati e addestrati a fronteggiare situazioni eccezionali.
La domanda che meriterebbe una risposta è: l’ordine dei medici aveva evidenziato, all’inizio di gennaio, di quali Dpi necessitano?
Una situazione di anomale polmoniti era già presente in molti ospedali, ma poiché non c’era uno specifico protocollo tutto scorreva come se nulla fosse.
Le responsabilità dovrebbero essere ricercate in diverse categorie che dovevano e non hanno fatto nulla per predisporre un minimo di argine all’onda che stava arrivando.
Spero che l’assopito e miope potere giudiziatio, faccia piena luce sulle singole responsabilità, ma come al solito la ragnatela delle leggi italiche tratterà esclusivamente i piccoli moscerini e lascerà liberi di continuare a volare i grandi mosconi (lobby, ordini, corporazioni, fondazioni, ecc. ) che sono il vero cancro di questo paese.