“Cura-Italia”, non si può tacere: dal governo solo una garza su una ferita profonda

17 Mar 2020 10:44 - di Maurizio Gasparri
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Più che un “cura-Italia” è un “si salvi chi può”. Il decreto con cui il governo avrebbe dovuto dare risposte immediate a chi sta subendo da oltre 15 giorni lo stop forzato dell’attività è solo una garza su una ferita profonda. Non è questo il tempo di alimentare polemiche, ma non possiamo nemmeno tacere di fronte a un provvedimento parziale, limitato e insufficiente. Che delude e preoccupa le categorie del lavoro autonomo, del commercio, del turismo, le partite iva e molto altri settori, compreso il comparto sicurezza difesa e il mondo sanitario.

Dal governo un testo carente

È vero che c’è tutta Italia da salvaguardare, ma andavano fatte delle scelte mirate certamente più coraggiose. C’è il rinvio di alcune tasse e alcune scadenze e dei mutui, ma il tempo di sospensione concesso è risibile. Per non parlare dei 600 euro una tantum per il mese di marzo ad autonomi e lavoratori atipici o il vergognoso premio di 100 euro per chi resta a lavoro. Come se fosse possibile quantizzare il valore di mettere a repentaglio la propria vita.

Proposte recepite male

Alcune delle proposte di Forza Italia e del centrodestra consegnate al governo sono presenti nel decreto, ma in alcuni casi sono state recepite male soprattutto nella parte dell’economia. Dopo tanti giorni d’attesa, la montagna ha partorito un topolino.

Agli italiani bisogna dare maggiori sicurezze

In Parlamento proveremo a far valere le nostre ragioni e a migliorare un testo che allo stato attuale offre risposte per tamponare l’oggi, ma non tiene assolutamente conto del futuro prossimo. Agli italiani dobbiamo dare sicurezze e garanzie di poter continuare a lavorare nei prossimi mesi.

L’incertezza genera sconforto

In questa fase, l’incertezza genera sconforto e smarrimento, e un governo che si dimostra non in grado di dare le risposte minimali è un colpo di grazia. Faremo la nostra parte perché abbiamo un alto senso dello Stato e perché siamo lo Stato. Altri, invece, sono al governo per caso e purtroppo si vede.

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