David Sassoli: «No all’egoismo di alcuni governi». Ma per battere il Golia continentale serve altro
Bravo David Sassoli. Non possiamo che concordare col suo appello. Ma, poi? Che succede se gli altri se ne impipano? Se la solidarietà continuano solo a predicarla, giammai a praticarla? Il presidente del parlamento europeo ci dice oggi che bisogna “respingere la miopia e l’egoismo di alcuni governi” europei. Benvenuto a Canossa. Ci voleva il Covid-19 perché anche i suoi occhi azzurri si spalancassero sulla realtà. Aggiunge ancora il nostro, e qui s’avverte l’ottimismo della volontà, che “L’Europa è qualcosa di più della mera somma dei governi nazionali”. Coglie un punto fondamentale quando poi rileva che i Paesi del Continente impegnati nella lotta al coronavirus devono essere in grado di “spendere tutto quello di cui hanno bisogno“. E che per poterlo fare “serve uno strumento comune per garantire il debito”. Tutto più che evidente, oltre che giusto. Dopodiché? Se la Germania, l’Olanda, la Svezia e quant’altri dicono di no, se negano la garanzia comune del debito, di questa fattispecie di debito necessario a superare quest’emergenza sanitaria e sociale, che si fa? Ci va il nostro encomiabile David Sassoli a parlare coi disperati senza lavoro e senza soldi per mangiare? Va lui dai parenti delle migliaia di vittime a confortarli in nome dell’Ue sparagnina che persino i presidi ospedalieri nega? Ci pensa lui a rendere più efficiente e pronta la nostra Sanità devastata da decenni di rigore dirigista di Bruxelles? Vero che si chiama David. Ma per battere il Golia dell’eurogruppo, temiamo ci voglia altro.