Il coronavirus invade l’Europa, i leader Ue fanno melina e si prendono due settimane per decidere

27 Mar 2020 9:42 - di Franco Bianchini
Europa

Tentenna, l’Europa. Come al solito. I leader non decidono, nonostante il coronavirus stia uccidendo migliaia e migliaia di persone. Si sono dati due settimane. Hanno evitato la rottura, niente di più. Due settimane di tempo per presentare proposte volte ad aiutare gli Stati membri ad affrontare la pandemia di Covid-19.

Europa ancora divisa, si sceglie la melina

La dichiarazione finale dei capi di Stato e di governo, al paragrafo 14, ha avuto piccoli cambiamenti. Significativi, dicono. La palla torna all’Eurogruppo, che attendeva però una decisione dei leader. Era necessaria per finalizzare un accordo sull’utilizzo delle Eccl (Enhanced Conditions Credit Lines, linee di credito a condizioni rafforzate).

Per i coronabond strada ancora lunga

Fumata nera dunque sugli eurobond, o coronabond che dir si voglia. C’è la classica divisione nord-sud. «Su molti temi siamo della stessa idea», ha detto il presidente del Consiglio europeo Charles Michel in una conferenza piuttosto evasiva. Era  al fianco di Ursula von der Leyen. «Su altri temi, invece, dobbiamo continuare il dialogo politico per essere uniti».

Conte aveva finalmente alzato la voce

Giuseppe Conte, messo alle strette, aveva cercato di alzare la voce: «Se qualcuno dovesse pensare a meccanismi di protezione personalizzati elaborati in passato allora voglio dirlo chiaro: non disturbatevi, ve lo potete tenere, perché l’Italia non ne ha bisogno».

Le reazioni: Europa scandalosa

«L’Europa sta ancora una volta dimostrando la sua assenza. Non c’è strategia», Luca Zaia. «È scandaloso che qualcuno pensasse che fosse solo un problema italiano, che gli italiani fossero untori». Nel M5S c’è delusione. «C’è qualcuno », dice Crimi, «che scientemente da questa situazione può uscirne più forte e non sta facendo gioco di squadra, ma solo gioco personale. Questo dispiace perché non c’è nulla da festeggiare. C’è solo da rendersi conto di una realtà che per qualcuno era evidente, per altri invece sta arrivando come uno schiaffo».

Tra rabbia e delusione

C’è delusione, imbarazzo, rabbia. Salvini aveva postato: «L’Italia chiede aiuto, l’Europa se ne frega. Altro che Unione». Ancor prima della riunione, Giorgia Meloni era stata chiara: «Quella che abbiamo visto è un’Europa degli egoismi, degli interessi di alcuni a scapito dei diritti dei molti. È l’Europa che aspetta il terremoto in casa nostra per andare a rovistare nelle nostre macerie e fregarsi l’argenteria. Quell’Europa che abbiamo sognato, oggi non esiste. Non c’è l’Europa della civiltà, l’Europa della solidarietà, l’Europa madre di tutti noi. Oggi anche i più incalliti euroinomani si accorgono del fatto che qualcosa oggettivamente non ha funzionato».

Commenti

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  • Sergio Martiri 27 Marzo 2020

    Fiduciosi, sicuri di esserci ancora fra due settimane?

  • Roberti 27 Marzo 2020

    Facciamogli vedere che abbiamo le palle!! Stampiamo noi l’euro moneta che ci serve per uscire dalla crisi che ci sta ammazzando tutto quanto di buono il Nord ha costruito per l’Italia e peer il mondo. Con questi soldi aiutiamo il Sud per uscire finalmente dal sistematico modo di vivere di sovvenzioni statali. E a fine crisi TUTTI A VOTARE PER IL REFERENDUM PRO O CONTRO QUESTA EUROPA!! Epoi vediamo dove vanno senza di noi sti imbecilli!!!
    E sono certo che Russia, Stati Uniti, Cina non ci abbandonano!!!