Il Crocifisso che fermò la peste arriva a San Pietro per la preghiera del Papa contro la pandemia
Il Crocifisso che liberò Roma dalla peste, dinanzi al quale il Papa due domeniche fa si è raccolto in preghiera, è stato portato dalla chiesa di San Marcello a Roma al centro di piazza San Pietro. Qui il Papa reciterà la preghiera contro la pandemia del coronavirus domani alle 18. Il Crocifisso è un simbolo che rappresenta per la città di Roma la vittoria della fede sulla peste che colpì la città nel Cinquecento.
Una immagine simbolica e di grande impatto, con il Papa da solo sul sagrato in preghiera e davanti a lui, in una piazza San Pietro deserta e inaccessibile per evitare il contagio, il Crocifisso del miracolo.
Il Crocifisso dei miracoli
Tutti lo invocano come il Crocifisso dei miracoli. L’immagine sacra, di legno scuro del XV secolo che risale alla scuola senese, è una delle più amate dai romani e dai papi se sin dal Giubileo del 1600, da papa Innocenzo X fino al Giubileo di Wojtyla nel Duemila fu portato solennemente in San Pietro per la venerazione dei romani. Ora, in un momento di grande angoscia e sofferenza, Bergoglio ha voluto di nuovo quel Cristo dei miracoli a piazza San Pietro.
La peste del 1522 a Roma
Il Crocifisso è ritenuto miracoloso fin dal 23 maggio del 1519 quando un incendio, nella notte, distrusse completamente la chiesa di San Marcello. Le fiamme distrussero tutto ma il Crocifisso si conservò integro. I romani ne furono al punto colpiti che esso divenne oggetto di speciale devozione. Tre anni dopo, in occasione della peste che infierì sulla città, il Crocifisso fu portato in processione verso San Pietro. Una processione che durò ben 16 giorni: dal 4 al 20 Agosto del 1522. Man mano che si procedeva, la peste dava segni di netta regressione, e dunque ogni quartiere cercava di trattenere il crocifisso il più a lungo possibile. Al termine, quando rientrò in San Marcello, la peste era del tutto cessata.