L’Avigan divide scienza e web. Burioni: una follia. L’Aifa: le risposte arriveranno tra 3-4 settimane
Roberto Burioni fredda le speranze sulla sperimentazione appena autorizzata del farmaco Avigan. Lo stesso che in Giappone avrebbe sortito gli sperati effetti contro il coronvirus. Specie se utilizzato nella fase iniziali della malattia. Il virologo spiega perché non si è fatto contagiare dall’entusiasmo per il farmaco, descritto come rimedio “miracoloso” contro il coronavirus. Esternando tutta la sua contrarietà per l’ok alla sperimentazione conferito dall’Aifa. Una scelta, quell’avvio della sperimentazione dopo l’approvazione, che Burioni non condivide. Di più: rispetto alla quale dichiara: «Una follia scegliere i farmaci da sperimentare su YouTube»…
Avigan, Burioni contrario al ricorso al farmaco
Già, Burioni questa scelta non la condivide. E la contesta, smontando pezzo a pezzo, l’intero costrutto di motivazioni e speranze legate al ricorso al farmaco antivirale usato in Giappone e in Cina in pazienti affetti in forma lieve da Coronavirus. Una sperimentazione, quella accordata all’Avigan, che Burioni boccia anche perché, a suo dire, decanterebbe gli effetti benefici dell’antivirale sull’onda di un video postato in rete da un farmacista italiano che decantava le qualità del medicinale. Tanto che, sulla sua pagina Facebook, Medical Facts, riprende e pubblica integralmente il contributo di Enrico Bucci, professore di Biologia dei sistemi alla Temple University di Philadelphia, sul farmaco giapponese. Sponsorizzato su YouTube da un imprenditore romano. E con tanto di paragrafo esplicativo dell’articolo intitolato «No agli YouTube trial».
Il no all’Avigan condiviso con Bucci: nessuna prova scientifica della sua efficacia
Non solo: dopo la batosta inferta ad Aifa, prima, e a Youtube subito dopo, il noto virologo, che sulla sua pagina Facebook segue con spiegazioni e aggiornamenti continui l’epidemia, fa sapere che «la non esistenza di alcuna prova scientifica di efficacia clinica contro il Covid-19» è l’assunto base della sua contrarietà. E per argomentarla pubblica integralmente le dichiarazioni in merito rese da Bucci. Secondo il quale, «in Italia le lezioni non si apprendono mai. Le sperimentazioni cliniche imposte a furor di popolo hanno raggiunto nuove vette di follia: un video su YouTube, condiviso da un imprenditore romano in vacanza, ha messo in moto un meccanismo. Che ha visto il governatore del Veneto Zaia fare pressione. E quindi Aifa approvare una sperimentazione con un farmaco antivirale normalmente usato per l’influenza». E che «il farmaco contiene come principio attivo un inibitore di polimerasi virale, Favipiravir. Fin qui, questo è quello che sappiamo circa la sua efficacia in pazienti affetti da Covid 19». Aggiungendo subito dopo il riferimento a un «recentissimo articolo scientifico su una rivista di ingegneria (!) che descrive il suo utilizzo in 35 pazienti. Paragonati a 45 pazienti trattati con ritonavir (che oggi sappiamo essere inefficace)».
La replica dell’Aifa: le risposte non arriveranno prima di 3 o 4 settimane
Dunque Burioni dice no all’Avigan. E Bucci ribadisce l’attuale inesistenza di prove della sua efficacia clinica. Certo il Giappone è un precedente. E il via libera data dall’Aifa un’attestazione di fiducia importante. Proprio l’Aifa nei giorni scorsi, attraverso le parole del presidente Nicola Magrini, ospite di Lilli Gruber a Otto e mezzo, ha spiegato i motivi che hanno convinto l’Agenzia a iniziare lo studio su pazienti italiani. «Abbiamo cominciato studi clinici su due farmaci da utilizzare contro il coronavirus già da una settimana. Uno è un antivirale.L’altro è il Tocilizumab. Ieri si è parlato un po’ impropriamente di questo vecchio farmaco antinfluenzale, l’Avigan. Creando alte aspettative. E visti i dati preliminari disponibili, il comitato tecnico-scientifico ha pensato a uno studio sull’Avigan. Ma le risposte – ha concluso Magrini – non arriveranno prima di 3 o 4 settimane». Nel frattempo l’Avigan divide la scienza. E il web. Tra chi lo ritiene un rimedio miracoloso. Chi un prodotto sopravalutato. Chi, ancora, una completa bufala…