Mattia, il paziente 1 di Codogno, respira autonomamente. Fu ricoverato il 20 febbraio
“Il paziente ‘uno’ è stato trasferito dalla terapia intensiva a quella sub intensiva. E’ stato cioè ‘stubato’ in quanto ha iniziato a respirare autonomamente”. La buona notizia, in una giornata che ha visto ancora crescere in modo allarmante i contagiati in Italia, l’ha data l’assessore al Welfare della Regione Lombardia Giulio Gallera. Mattia, il 38enne manager dell’Unilever, è ricoverato a Pavia, mentre sua moglie, incinta di 8 mesi, è tornata a casa da qualche giorno dopo essere stata ricoverata al Sacco.
Mattia è stato curato con un cocktail di farmaci sperimentali. L’uomo, atleta e runner, si era presentato una prima volta all’ospedale di Codogno nel pomeriggio dello scorso 18 febbraio. Dopo gli accertamenti e le terapie necessarie, nonostante la proposta di ricovero, decise di tornare a casa. Poche ore dopo la situazione precipitò al punto da richiedere, la mattina del 20 febbraio, l’intervento del rianimatore e un reparto di terapia intensiva.
Si decise di fare il tampone a Mattia dopo che la moglie riferì di una cena a fine gennaio con alcuni amici tra cui uno appena rientrato dalla Cina. Mattia è dunque il paziente 1, il primo in Lombardia dove i casi sono poi lievitati di giorno in giorno. E’ stata un’anestesista di Codogno a prendersi la responsabilità di far eseguire il tampone sul paziente 1, in quanto presentava una polmonite resistente ad ogni cura. “Ho pensato l’impossibile – ha raccontato Annalisa Malara – cioè a un caso di Covid-19 che sembrava non essere presente in Italia”. A poco più di tre settimane da quella scoperta l’Italia è in piena emergenza sanitaria.
Intanto è stato due settimane intubato, alla faccia di qualche “scienziato” che affermava trattarsi di poco più che un raffreddore