Primarie Usa, la vittoria di Biden rimescola le carte. Ora Sanders punta su Michigan e Florida
Carte rimescolate tra i democratici Usa impegnati nella ricerca dello sfidante di Donald Trump alle presidenziali del prossimo novembre. La vittoria di Joe Biden nel SuperTuesday ha infatti impresso una svolta nella corsa per la nomination. Che ora vede sorprendentemente Sleepy Joe a guidare la conta dei delegati superando il favorito Bernie Sanders. In più l’ex-vice di Obama ha ottenuto l’endorsement di Mike Bloomberg, ritrovatosi con soli cinque delegati delle isole Samoa nonostante il mezzo miliardo di dollari speso in campagna elettorale. Prevedibile ora che a beneficiare della potenza finanziaria dell’ex-sindaco di New York sarà proprio Biden. Che intanto ha incassato anche il sostegno di altri due sconfitti alle primarie democratiche: Pete Buttigieg e Amy Klobuchar. C’è ancora attesa, invece, per l’endorsement di Elizabeth Warren.
“Sleepy Joe” incassa il sostegno di Bloomberg, Buttigieg e Klobuchar
Per Sanders, il candidato più distante dall’establishment Democratico, è giunto il momento cruciale di queste primarie. Tutto dipende dagli appuntamenti elettorali dei prossimi 10 e 17 marzo. Saranno queste due date a dire chi tra lui o Biden sfiderà Trump. Il 10 marzo saranno voteranno i sostenitori democrats di sei Stati, tra cui Michigan (125 delegati), Washington (89) e Missouri (68). Il 17 marzo saranno invece coinvolti nelle primarie la Florida (219 delegati), l’Illinois (155) e l’Ohio (136), oltre all’Arizona (67). Occhi puntati soprattutto sul risultato del Michigan, dove Sanders è favorito. Si tratta infatti del primo banco di prova nell’area industriale del Midwest, risultata decisiva per la vittoria di Trump nel 2016.
Sanders a caccia dell’endorsement della Warren
Proprio in quell’anno Sanders si aggiudicò le primarie del Michigan contro Hillary Clinton. l 78enne senatore del Vermont ottenne il sostegno dei democratici in uno Stato dove forte è la presenza operaia dell’industria automobilistica. Ora non sembra più così. E Biden potrebbe avvantaggiarsi del cosiddetto momentum, lo slancio impresso dal SuperTuesday. In più, i sostenitori dem potrebbero anche decidere di non regalare altro tempo prezioso a Trump e quindi di convergere sul candidato in testa, cioè Biden. Ma Sanders non si dà per vinto e punta sugli elettori della Warren. Finora è apparso infatti il candidato più vicino alla senatrice del Massachusetts. I due condividono la stessa riforma sanitaria. E molti “progressisti” spingono perché la Warren faccia l’endorsement in favore di Sanders. Ma i beni informati giurano che, alla fine, la senatrice sceglierà di non scegliere.