
Pulizia straordinaria delle strade: dubbi sull’uso dell’ipoclorito di sodio, dannoso per l’ambiente
Si è riunito stamattina il Consiglio del sistema nazionale a rete per la protezione dell’Ambiente, in videoconferenza, alla presenza del ministro dell’Ambiente Sergio Costa, e tra i punti all’ordine del giorno l’analisi della situazione in merito al tema dello spazzamento delle strade.
Infatti, proprio in queste ore l’Istituto Superiore di Sanità ha fornito indicazioni sulla disinfezione delle strade e degli ambienti esterni in genere, confermando l’opportunità di procedere con la pulizia straordinaria delle strade per affrontare l’emergenza sanitaria con prodotti convenzionali. E ha rilevato l’esistenza di informazioni contrastanti circa l’uso di ipoclorito di sodio in maniera massiccia, la cui capacità di distruggere il virus è peraltro tutt’altro che accertata. All’incontro è stato stabilito di condividere alcune indicazioni uniformi sul territorio nazionale per minimizzare i possibili impatti ambientali.
Infatti, l’ipoclorito di sodio, sostanza presente nella candeggina che è corrosiva per la pelle e dannosa agli occhi, per la disinfezione delle strade è associabile a un aumento di sostanze pericolose nell’ambiente con conseguente possibile esposizione della popolazione e degli animali e può nuocere alle acque superficiali e a quelle sotterranee. “Un incontro importante, quello di stamattina con i direttori Arpa di tutte le regioni. E’ più che mai essenziale che lo Stato, a tutti i livelli, lavori insieme e all’unisono. Ho voluto partecipare all’incontro proprio per dire alle Regioni: siamo con voi. Oggi bisogna remare tutti insieme nella stessa direzione e tutelare l’ambiente e la salute dei cittadini, anche e soprattutto in una situazione di emergenza come questa” commenta il ministro dell’Ambiente Sergio Costa.
Certamente è utile pulire le strade ma non va dimenticato che la trasmissione del virus avviene da un soggetto infetto a uno sano e che il contagio tramite contatto con le superfici ha un valore marginale, come ha ribadito pochi giorni fa lo stesso Istituto superiore della sanità.