Se non fate il tampone a tutta la sanità non ne usciremo più
Che cosa state aspettando con questi tamponi, avete capito o no che il problema si chiama sanità e tutto quello che ci ruota attorno? Guardi il governo, i ministri, e sembra di vivere in un mondo di marziani.
Ci fosse uno che prendesse il toro per le corna per dire chiaro e tondo come stanno le cose: Covid-19 sta prosperando negli ospedali, nelle strutture sociosanitarie, e il personale è la prima urgenza da affrontare.
Sanità senza tamponi…
Un po’ di telefonate nella sanità romana ed è facile immaginare che è così ovunque. Reparti e addirittura ospedali a rischio di chiusura per contagio globale degli ambienti.
L’ospedale Vannini lo hanno chiuso perché una chirurga – non un infettivologo, non un rianimatore – ha girato all’interno per una settimana nonostante fosse già lievemente sintomatica, ma nessuno le avrebbe proposto un tampone.
Sono un medico e, studiando e ascoltando i virologi sono arrivato a queste conclusioni :
1) il virus, anche se ci barrichiamo in casa, non andrà via, ovviamente i contagi diminuiranno, ma appena metteremo fuori di casa il muso, riprenderà ad aggredirci,
2) a parte i soggetti deboli, perché portatori di patologie croniche, e gli ultrasessantenni, i casi con complicanze respiratorie sono pochi e gestibili dal S.S.N..
3) l’unica soluzione è il vaccino, ma questo, se va bene arriverà a fine anno.
Date le premesse, dovremmo stare in casa per 6-8 mesi!
Non saremo morti da virus, ma sicuramente e indistintamente da età, di fame tutti.
Vi può essere un’alternativa?
Io proporrei:
1) rigida quarantena per soggetti deboli e ultra sesantenni (vietando anche la spesa al supermercato o di portare il cane a sporcare) per 3 mesi,
2) libertà assoluta, anche produttiva, per gli altri. Per i più il virus non provocherà alcun danno o una normale influenza. Nei casi, eccezionali in questo range di età, di complicanze polmonari, non dovrebbe essere un problema, data la modestia dei numeri, garantire l’assistenza anche nei reparti di rianimazione.
3) raggiunto, in tal modo, una immunità di gregge (almeno il 70% della popolazione con anticorpi contro i Covid19) anche i più anziani e i soggetti deboli potrebbero riacquistare la propria libertà.
Apriamo pure una discussione…
Volevo andare a donare il sangue, per via dell’emergenza, ma poi non l’ho fatto. Anche in Puglia i contagi avvengono prevalentemente nelle strutture sanitarie. Non hanno mascherine e non fanno i tamponi perchè Emiliano afferma che il protocollo non lo prevede. I medici ed infermieri, se possono, lasciano la propria famiglia dai suoceri e rientrano a casa riamanendo isolati e se poi si infettano (senza saperlo) e contagiano colleghi e pazienti rischiano il posto di lavoro, vedi il caso del medico di Castellaneta.
Aggiungo agli “angeli” degli ospedali ed ai sanitari che non stanno direttamente in prima linea tutti coloro che a seguito del decreto DPCM del 22/03/20 possono continuare le attività elencate nell’allegato 1 e nel punto “f” del decreto “produzione, trasporto, commercializzazione ……… nonché di prodotti agricoli e alimentari.” Se non tuteliamo chi obiettivamente è più esposto al rischio di contagio avremo solo una distinzione tra malati e non un dato rivolto ai portatori sani di tutte le attività indicate “essenziali” nell’allegato 1 quali, ad esempio, i Consorzi Agrari. I tamponi sono indispensabili per tutti coloro che ci consentono di stare a casa. A loro il mio grazie.
I tampni, mezzo milione, non se liè presi Trump?
Regis ad exemplum totus componitur orbis recita un antico adagio nella lingua dei padri (che forse i nostri “soloni” o pseudo tali hanno dimenticato o peggio ancora non hanno mai studiato). Quindi, tradotto papale papale, significa che tutto il mondo si fonda sul modello fornito da chi ci comanda. Quindi, signori, si diano una mossa! Si dorme a letto dopo aver duramente lavorato, ma quando si è svegli si lavora! A buon intenditor…