App Immuni, Meloni: «Troppi punti oscuri, non si sa neppure chi gestirà i dati. Arcuri chiarisca»
Chi gestirà i dati? Come sarà garantita la privacy? Come la sicurezza? Il via libera all’utilizzo della app “Immuni”, arrivato dal commissario all’emergenza Covid, Domenico Arcuri, pone problemi enormi per la nostra società, ai quali la risposta non può essere l’iniziativa autonoma di un uomo solo al comando. A porre il problema con forza è stata Giorgia Meloni, rivendicando la necessità di un confronto parlamentare sulla materia.
I rischi della app “Immuni”
Il commissario per l’emergenza Covid Domenico Arcuri ha firmato un’ordinanza per la concessione gratuita di un’app di tracciamento digitale, che dovrebbe aiutare a rintracciare individui potenzialmente infetti prima ancora che emergano sintomi. Benché l’installazione dell’app sia volontaria, quando si entra nella sfera del trattamento dati, soprattutto quelli sanitari, occorre andarci con i piedi di piombo. Perché il rischio è sempre molto alto”, ha avvertito la leader di FdI.
Meloni: “Subito il confronto in Parlamento”
“Per questo è assolutamente impensabile che basti una semplice ordinanza per diffondere il software: un passaggio in Parlamento è d’obbligo. Chi gestirà i dati? Come viene garantita la privacy dei cittadini? Tutti sanno – ha ricordato Meloni – che uno dei più grandi business del nostro tempo sono i dati personali. Ed è bene che in un contesto come quello del Covid-19 i dati sensibili dei cittadini siano tutelati e non entrino in nessun modo nelle disponibilità di società private. Auspico – ha concluso Meloni – che almeno su questa materia il governo provveda subito ad avviare il confronto con il Parlamento“.
Una questione di sicurezza nazionale
Il problema della gestione di “Immuni” e del suo controllo è stato posto anche dal Copasir, che ha rilevato immediatamente come la questione attenga anche alla “sicurezza nazionale”. Il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica ha quindi annunciato la volontà di “approfondire la questione” in tutti i suoi aspetti, “non escludendo l’audizione dello stesso Arcuri“. Tra gli aspetti da investigare con attenzione, per il Copasir, vi sono quello “del suo impatto sul sistema complessivo delle libertà, delle garanzie e della certezza che non vi possano essere soggetti ostili all’interesse nazionale nello sviluppo della applicazione”.
Ormai dopo decenni di fallimenti quasi totali e acclarati non ci si può certo fidare dell’ultima proposta del “controllo globale”, tantomeno delle garanzie fornite, basti dare uno sguardo al passato.
Brava Giorgia Meloni, sulla necessità di un confronto parlamentare sulla materia.
E’ se autorizzata, in considerazione del suo impatto sul sistema complessivo delle libertà, dovrebbe essere veramente volontaria e senza penalità.
molta brava a criticare sta gia fcendo campagna elettorale per avere la potrona come tutti
Non serve a niente . I soggetti anziani che sono i più contagiati non hanno lo smartphone o non lo sanno usare, e quindi come si farà a tracciare tutti gli infetti? E’ solo una scusa