Borrelli, il pasticcio delle date: la fase 2 dopo il 16 maggio? È possibile, anzi no, chissà…

3 Apr 2020 17:40 - di Carmine Crocco

«Ciòn on si può esprimere adeguatamente a parole»: è questo, se apriamo il dizionario di Google, il significato del termine “ineffabile” . Una simile definizione si adatta perfettamente ad Angelo Borrelli. Quando parla, dice e non dice. E poi si lamenta di essere stato fraintenso. Come oggi, sulla questione della data di una possibile fase 2. Capita infatti che  tutti i siti di informazione riportino le sue  dichiarazioni rilasciate durante un’intervista alla radio questa mattina . L’Italia potrebbe restare chiusa fino al 16 maggio, fa capire Borrelli. Secondo il quale “se l’andamento non cambia, potrebbe essere prima come potrebbe essere dopo”. “La situazione” aggiunge, “ora è stazionaria, dobbiamo vedere quando inizia a decrescere. Non vorrei dare delle date. Però da qui al 16 maggio potremo aver dati ulteriormente positivi che consigliano di riprendere le attività e cominciare quindi la fase 2”.  Non è il colmo della chiarezza espositiva. Però Borrelli non smentisce tale possibilità. E tanto basta a diffondere il panico.  Borrelli poi aggiunge che “la decisione va presa dagli esperti che stanno coordinando dall’inizio dell’emergenza la parte tecnico-scientifica».  Insomma, potrebbe essere. Come potrebbe non essere. Ma perché adesso spunta fuori il 16 maggio?  Se lo chiedono in molti. Ed è lecito pensare che si tratti di una sorta di comunicazione ufficiosa.

La smentita

Poi, nel pomeriggio, arriva la smentita di Borrelli. “Le mie parole di oggi sono state fraintese, non ho parlato di date ed ho detto chiaramente che, come fatto fino ad ora, ogni decisione sarà presa sulla base delle osservazioni del Comitato Tecnico Scientifico”.  “Le misure attualmente in vigore, come annunciato dal Presidente del Consiglio, dureranno fino al 13 aprile. Poi il Governo valuterà, sulla base dell’evoluzione della situazione, come proseguire”. Ma il dubbio resta. Anche perché arriva alcuna nota dal governo. Ma è modo questo di gestire la comunicazione in tempi così difficili? Una cosa è certa: Borrelli meno parla e meglio è. Meno interviste concede e più gli italiani possono tirare un sospiro di sollievo.  È meglio che si limiti  a esternare (si fa per dire) che si limiti alla conferenza stampa delle ore 18.00.

 

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