“Chiuso per Conte”. Ma la politica deve decidere quando riaprire
Sui negozi dovremo scrivere “chiuso per Conte”, anziché per lutto o ferie? Oggi è l’unico giorno in cui può essere consentito a Giuseppe Conte di non prendere decisioni: è venerdì 17 e con tutto quello che si porta addosso è bene che stia buonino. Ma poi, qualcosa la dovrà dire e soprattutto fare.
Un Paese serio, per esempio, non ha bisogno di una task force per preparare i cittadini all’abitudine alla mascherina nella fase 2. Sarà un principio di precauzione che dovrà prevalere per riconquistare il diritto alla libertà di uscire e lavorare. E quel Paese dovrà preoccuparsi della produzione e distribuzione gratuita di centinaia di milioni di mascherine per i suoi connazionali.
“Chiuso per Conte”
Poi accade che in una commissione parlamentare si dica no all’obbligo delle mascherine, contenuto in un emendamento presentato dalla deputata di Fratelli d’Italia Baldini e ti chiedi in che mondo sei capitato. Perché la sensazione è che non si voglia proprio riaprire le attività a quasi tre settimane dalla meta.
In Spagna la protezione civile ha messo 10 mascherine in tutte le cassette delle lettere delle famiglie, qui cosa si fa in concreto?
Perché i contagi sono calati in tutto il mondo meno che in Italia? Cosa ci distingue dagli altri, l’incapacità dei così detti esperti o altro?
Forse una delle risposte sta nel fatto che Torre Maura risulta una delle zone di Roma con più contagi e lì hanno problemi con gli immigrati positivi che non rispettano la quarantena. Sarà che in Italia ci sono troppi immigrati contagiati che girano impunemente?