“Chiuso per Conte”. Ma la politica deve decidere quando riaprire
La paura della decisione sembra aver contagiato – mai parola più adatta – il governo. Che si è circondato di esperti che litigano su tutto, perché la politica non sa prendere in mano le responsabilità che le competono.
Eppure ci si era raccontato che occorrerà girare con le mascherine. Se le si negano come obbligo vuol dire che dobbiamo rassegnarci a restare in casa per chissà quanto tempo?
Oltre confine ci sono Francia Germania e altri paesi dicono “quel giorno riapriremo”. Parlano di scuole e di attività produttive. Noi siamo capaci di non dire nulla. Ogni quindici-venti giorni il premier fissa una data che serve a fissare quella successiva.
Un premier per caso non sa assumere decisioni. Venti presidenti eletti dal popolo nelle regioni di competenza dicono la loro. Abbiamo la sensazione che bisognerà dar retta ai governatori, magari riunendoli nell’ennesima videoconferenza e decidendo una volta per tutte. Ecco, dateci una data, una data sola, ma non lasciate il popolo all’indeterminatezza. Fissate il calendario e decidete, anche con gradualità, ma sogniamo la nostra libertà.
Serve una data
Non è una rivoluzione, perché abbiamo dimostrato di saper essere ligi alle raccomandazioni, a quel restate a casa che ora sta diventando stancante.
Se a Palazzo Chigi hanno qualche sondaggista serio, si facciano confermare che il popolo scoppia. Ma non per una volontà di “evadere dai domiciliari”. Non per il gusto di andare controcorrente. Tutt’altro: è semplicemente perché non si vede la fine del tunnel che prevale la stanchezza. E chi era abituato a guadagnarsi la pagnotta non vuole l’elemosina dallo Stato. Né se vale 600 euro né se ha la forma di un buono spesa.
Agli italiani non si deve offrire la prospettiva di indebitarsi ancora per sopravvivere. Ma si deve indicare loro una strada per il futuro. Se so che tra venti giorni c’è l’alba, eviterò ancora di più la tentazione di uscire di casa se non davvero per il necessario. Se invece si va di rinvio in rinvio non fermerete più nessuno, questa è l’amara realtà.
Perché prevale la constatazione che chi governa stia brancolando nel buio. Attrezzate invece l’Italia ad organizzarsi per stare meglio e questa fase brutta diventerà un triste ricordo. “Chiuso per Conte” non si addice nemmeno a questo premier.
In Spagna la protezione civile ha messo 10 mascherine in tutte le cassette delle lettere delle famiglie, qui cosa si fa in concreto?
Perché i contagi sono calati in tutto il mondo meno che in Italia? Cosa ci distingue dagli altri, l’incapacità dei così detti esperti o altro?
Forse una delle risposte sta nel fatto che Torre Maura risulta una delle zone di Roma con più contagi e lì hanno problemi con gli immigrati positivi che non rispettano la quarantena. Sarà che in Italia ci sono troppi immigrati contagiati che girano impunemente?