Confintesa: “I buoni pasto dei dipendenti pubblici in smart working vadano a chi ha più bisogno”
Destinare i soldi dei buoni pasto dei dipendenti pubblici in smart working ad attività a sostegno delle categorie più deboli. A chiederlo è Confintesa Funzione Pubblica. La segretaria, Claudia Ratti, ha inviato una lettera al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e al ministro della Pubblica Amministrazione, Fabiana Dadone.
“Il corrispettivo dei buoni pasto vada ad attività sociali”
“Milioni di italiani non sanno – scrive Ratti – se alla fine del mese riceveranno lo stipendio. Confintesa Fp chiede al governo di destinare il corrispettivo dei buoni pasto per i dipendenti in smart working ad attività sociali per categorie più deboli”. “Nell’attuale, grave crisi sanitaria che il nostro Paese sta affrontando – prosegue la segretaria di Confintesa FP – emerge, da parte di Confintesa, la consapevolezza che lo stipendio è una certezza che consente al popolo dei dipendenti pubblici di dare il proprio contributo ‘semplicemente lavorando da casa’. Salvo quelli, e sono molti, impegnati in prima linea anche al di fuori del comparto sanitario”.
La scelta etica di Confintesa
“Per questo motivo, interpretando il pensiero di tanti dipendenti pubblici, riteniamo eticamente corretto chiedere al governo che le economie di spesa derivanti dal risparmio dei buoni pasto conseguenti allo smart working vadano ad implementare i fondi per la Cassa Integrazione, per i bonus in favore delle categorie disagiate o, ancora, per il consolidamento delle strutture sanitarie. Con questo simbolico gesto – conclude la Ratti – diamo sostanza anche ai principi di partecipazione attiva e responsabilità che Confintesa porta avanti quotidianamente“.