Coronavirus, Regimenti: «Nel Lazio tutelare anziani e operatori sanitari. A rischio Rsa e case di cura»

14 Apr 2020 17:19 - di Redazione
“Residenze sanitarie assistenziali, Case di cura e Case di riposo per anziani sono a rischio anche nel Lazio, come dimostrano i casi di contagio da Covid-19 riscontrati in strutture a Nerola, Fondi, Celleno, Contigliano, Civitavecchia, Fiuggi, Rieti, Frosinone e Veroli, ma anche a Fiano Romano, dove si ha notizia di almeno 14 positivi al virus e un decesso. Come medico sono profondamente preoccupata di una situazione che può sfuggire di mano da un momento all’altro. Anziani e operatori sanitari non sono tutelati abbastanza e auspico da parte della Regione l’avvio di un piano concreto con iniziative di contrasto efficaci, controlli serrati e una gestione dell’emergenza che garantisca assistenza, sicurezza e servizi sanitari ai pazienti ricoverati”. E’ quanto dichiara l’eurodeputata della Lega Luisa Regimenti, medico legale e responsabile Sanità per il partito nel Lazio, che aggiunge: “Le Case di riposo non sono considerate ospedali e le norme di protezione sono arrivate colpevolmente in ritardo. Nel Lazio ci sono una cinquantina di strutture pubbliche e convenzionate, ma soprattutto tante completamente private, che se non attentamente vigilate, anche con una sorveglianza di tipo “attiva”, potrebbero trasformarsi in possibili focolai. Come per l’appunto è successo nella Casa di riposo Giovanni XXIII di Roma, gestita dalla Fondazione Sorelle della Carità, dove si sono registrate decine di positivi e due vittime”.
“Il problema di come coordinare al meglio l’attività di Rsa e Case per anziani è comunque allargato a tutto il territorio nazionale – sottolinea Regimenti – e le inchieste giudiziarie avviate in questi giorni permetteranno di fare chiarezza sulle centinaia di morti avvenute negli ultimi due mesi. Sarà necessario assumere al più presto tutte le iniziative per offrire alle persone anziane, a quelle non autosufficienti e alle loro famiglie un supporto completo e dovranno essere adeguati all’emergenza in corso gli standard di sicurezza per medici e infermieri che lavorano in queste strutture” conclude.
 

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