Covid, il governo nasconde ancora gli atti del comitato tecnico. Borrelli: “Prima o poi li divulgheremo”
Aumentano ancora i casi di contagio da Covid: nelle ultime 24 ore se ne sono registrati 1.739 in più, per un totale di 199.414. Il numero totale di attualmente positivi è, invece, di 105.847, con un decremento di 290 assistiti rispetto a ieri. I morti sono stati poi 333, che portano il totale delle vittime a 26.977. A renderlo noto è stata la Protezione civile nella consueta conferenza stampa di aggiornamento sull’andamento di Covid-19 nel nostro Paese.
I numeri delle ultime 24 ore
Quanto al numero complessivo dei dimessi e guariti, il capo della Protezione civile, Angelo Borrelli, ha chiarito che sale a 64.928, con un incremento di 1.696 persone rispetto a ieri. Nelle terapie intensive restano 1.956 persone, 53 in meno di ieri. In totale i pazienti ricoverati con sintomi sono 220.353, con un calo rispetto a ieri di 1.019. Le persone sottoposte a tampone nelle ultime 24 ore, poi, sono state 26.678 per un totale di 1.237.317 casi testati dall’inizio dell’emergenza, da quando sono stati eseguiti complessivamente 1.789.662 tamponi.
Brusaferro: “Il trend del Covid si conferma in calo”
“Il trend conferma il progressivo decremento dei casi di infezione e anche dei decessi” e questo “al di là del numero inferiore di tamponi nel fine settimana”, ha spiegato il presidente dell’Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro, ribadendo che oggi si contano i “contagi avvenuti alcune settimane fa”. Brusaferro, inoltre, ha confermato la disponibilità dei tamponi, sebbene ancora molte siano le difficoltà a poterli ottenere. “Stiamo lavorando a un documento per ridurre la disomogeneità della somministrazione”, ha assicurato Brusaferro, escludendo però la possibilità che, nella Fase 2, i tamponi possano esseri disponibili per i privati cittadini che chiedono di farli. In conferenza stampa è stato affrontato anche il tema delle mascherine, che – ha ribadito il presidente dell’Istituto superiore della sanità – è una protezione in più dal virus, ma non può essere considerata alternativa al distanziamento sociale e alle misure igieniche di prevenzione.
Si naviga a vista e senza trasparenza
Di fatto, Brusaferro ha ammesso che si naviga a vista. Lo ha fatto quando ha spiegato il significato dell’espressione “Try and learn”, “Prova e impara”, che sarà alla base della Fase 2. E lo ha fatto anche quando ha parlato della riapertura delle scuole, rimandando una valutazione più solida a una fase successiva a quando parleranno il gruppo di esperti che in questo momento sta lavorando al ministero. Esclusa, poi, la divulgazione dei verbali delle riunioni del comitato tecnico-scientifico, richiesti già da tempo degli organi di informazioni. “Li diffonderemo quando sarà finita l’emergenza o anche dopo”, ha detto Borrelli.
É assurdo che i verbali delle riunioni del comitato tecnico-scientifico, siano sottoposti al divieto di divulgazione, Borrelli afferma che saranno di pubblico dominio quando sarà finita l’emergenza o anche dopo. Ci dicano se sono documenti coperti dal segreto di stato e il perché.
Il presidente della Repubblica dovrebbe ricordare al governo, che sia la costituzione che le leggi ordinarie sono inderogabili e quanto fatto da Conte & compagni non è ammesso. Se non ricordo male: “lo stato d’emergenza viene dichiarato con un decreto dal Consiglio dei Ministri, sul territorio nazionale e può rimanere in vigore al massimo di due settimane, la sua durata può essere prolungata con una legge che ne fissa la durata definitiva”. Non credo che Conte o un qualunque governatore possano disporre come meglio pensano, si in termini di libertà che di informazioni.
I verbali delle riunioni non li leggeremo mai, forse si parlava di calcio o di prossime scampagnate. E’ una vergogna! Ma gli italiani che al 60% approvano Conte sono un branco di pecore che seguono il cane, come diceva Cetto Laqualunque.
Diceva Leone Tolstoi che chi non crede nella Storia è condannato a ripeterla all’infinito. La scorsa estate si insediò un Governo badogliano, anche nel 1943 il Ministro dell’ Interno era un prefetto, ma sfido a ricordarli. Alle prese con avvenimenti molto più grandi di loro, con un Capo megalomane ed accentratore, come ora, fecero poco e male. Allora mancò in tutto , come adesso, e non se venne fuori. Anche allora mancava tutto, soprattutto il denaro. Oggi ci si avvia a ripercorrere l’impresa , altrochè “bella ciao”, vorrei proprio sentire se il popolo tutto ha voglia di cantare, con ciò che ci aspetta e terminator che prosegue la sua azione micidiale. Manca il rispetto verso gli altri come allora. Alla fine del conflitto i compagni ignoranti arrivarono a definire gli Alleati imperialisti e capitalisti, eppure erano semplicemente dei soldati che, da borghesi , in gran parte, non avrebbero nemmeno posseduto i denari per visitare l’Italia e invece furono trasportati qui gratis per finire la propria vita sul bordo di un fossato senza nome. Pedine sacrificabili, come noi ora, vecchi rimpallati tra casa e ospedale, dopo telefonate disperate a centralini freddi ed anonimi che ordinano la decimazione, non perché siano dei sadici ma perché non possono fare altro. Piani di contingenza, organizzazione, oculate previsioni, non c’è traccia, continuano a mancare le mascherine, i tamponi, i laboratori, le strutture, tutto. Le commisioni si occupano di disegnare le mappe di fantomatici mezzi pubblici, inesistenti con le distanze da mantenere. Nel 1943, vi fu un funzionario del Regno del Sud che di dilettava con in figurini delle nuove uniformi del Regio Esercito per cui a Monte Lungo, nonostante il parere contrario degli Alleati si andò all’assalto con dei colori simili a quelli tedeschi e ci beccammo il fuoco amico. Pedine sacrificabili, vite buttate via come foglie secche , speranze calpestate e su tutto , come allora, lo spettro di una miseria che quando si scatenerà travolgerà tutto. Altro che bella ciao.
Fate pena . Abusivi !