Da oggi WhatsApp filtra i messaggi. E intanto scatta la guerra a Telegram
Una censura subdola parte da oggi anche su WhatsApp. D’ora in poi i messaggi sulla App di messaggistica potranno essere inoltrati a una sola chat alla volta. È la misura annunciata dalla piattaforma acquistata nel 2014 da Mark Zuckerberg, già fondatore di Facebook.
Il signor Zuckerberg padrone di Facebook e WhatsApp
“In questo particolare momento di emergenza, durante il quale miliardi di persone non possono vedere amici e parenti a causa della pandemia di Covid-19, WhatsApp si conferma un valido alleato per comunicare non solo con i propri cari, ma anche con medici e insegnanti”. “Per questo – premette il blogpost- tutti i messaggi e tutte le chiamate di WhatsApp sono protetti per impostazione predefinita dalla crittografia end-to-end, in grado di garantire la massima sicurezza per le conversazioni private”. “Lo scorso anno abbiamo presentato la funzione che consente di riconoscere i messaggi che sono stati inoltrati molte volte. Si tratta di un’etichetta dotata di una doppia freccia, che contraddistingue i messaggi di dubbia provenienza. A partire da oggi, questi messaggi potranno essere inoltrati a una sola chat alla volta” sottolinea la piattaforma.
WhatsApp soffre la concorrenza delle App russe
I filtri imposti dagli uomini di Zuckerberg arrivano dopo la censura attuata (talvolta ridicola) da Facebook su profili e post che vengono ritenuti politicamente scorretti. Forse non è un caso che molti utenti nel mondo stiano usando sempre più frequentemente Telegram, piattaforma russa che non pone filtri a contenuti e condivisioni. Una libertà assoluta che, inevitabilmente, presenta anche la possibilità che vengano veicolati contenuti illeciti. Zuckerberg ha comprato WhatsApp nel 2014 per una cifra vicina ai 19 miliardi di dollari. Come molti sanno, se si digita insistentemente qualche parola su WhatsApp, Facebook offrirà subito dopo prodotti relativi alla parola digitata. Una invasione della privacy senza precedenti. Ma che pare non allarmi nessuno.
Telegram troppo libero, quindi pericoloso
Allarmano, invece, le piattaforme russe. Provate a indovinare perché. Proprio in questi giorni, è partita una violenta campagna di stampa contro Telegram, dipinta come ricettacolo di pedofili e criminali. Una campagna partita da una testata californiana che ha sede a trenta miglia dalla sede di Fb e WhatsApp. Di fatto i Social russi di Telegram e Vk, sono dipinti come una diabolica Alcatraz. La realtà è che sono troppo liberi, quindi inevitabilmente pericolosi.