Don Ciotti: «Inaccettabile far uscire i boss dal carcere, un provvedimento scellerato»

28 Apr 2020 8:13 - di Redazione
don Ciotti

«Che le mafie siano pronte a trarre profitto dalla crisi socio-economica non prodotta ma certo aggravata dall’emergenza sanitaria lo denunciamo da tempo». Lo afferma don Ciotti, presidente di Libera. «Profitti in termini di offerta usuraia di denaro ad aziende in difficoltà». Non solo, l’elenco è lungo. «Consenso ottenuto attraverso elargizioni di cibo e altri generi di prima necessità nelle periferie e nei contesti più poveri». E ancora, «di accaparramento di finanziamenti nazionali e europei nella deroga o riduzione dei controlli dovute all’emergenza».

Don Ciotti: «Inaccettabile che lo Stato offra alle mafie…»

«Ma che sia lo Stato stesso a offrire loro opportunità di ricchezza e potere è davvero inaccettabile. Sì, perché va in questa direzione anche il permesso concesso ad alcuni boss mafiosi di commutare il regime carcerario del 41-bis in arresto domiciliare», incalza don Ciotti. «Beninteso, il diritto alla salute è sacrosanto e inalienabile. È un diritto che va garantito a tutte le persone, detenute o meno, senza distinzioni di sorta».

«Persone colpevoli di reati gravissimi»

«In questo caso, però – sottolinea don Ciotti – non si parla di detenuti comuni. Ma di persone responsabili di delitti gravissimi, che hanno colpito al cuore la nostra democrazia e ucciso tanti che la democrazia e la giustizia hanno servito con coerenza e coraggio, sino al sacrificio di sé. Ed è appunto una memoria sacra, quella delle vittime delle mafie, come sacro è il dolore dei loro familiari».

L’affondo di don Ciotti

«Va contro questo spirito il provvedimento che trasforma la detenzione al 41-bis dei boss mafiosi in arresti domiciliari. Tanto più inaccettabile, tale provvedimento, perché il 41-bis garantisce il distanziamento sociale, perché nel caso di accertate patologie esistono all’interno del sistema carcerario strutture sanitarie in grado di accogliere e curare al meglio i detenuti malati. Non ultimo, perché nessuno di questi boss ha mai dato segni concreti di ravvedimento, collaborando perché sia garantita giustizia alle vittime e ai loro familiari. Perciò – conclude don Ciotti – il nostro invito è di porre al più presto rimedio a un provvedimento sotto molti aspetti scellerato, quali che siano le motivazioni che l’hanno indotto».

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