È ufficiale: il 25 aprile l’Anpi canta “Bella Ciao”. I nuovi partigiani passano dalle montagne ai balconi

9 Apr 2020 11:19 - di Valeria Gelsi
anpi

L’annuncio tanto atteso è arrivato: l’Anpi ha ufficializzato che il 25 aprile sarà festeggiato dai balconi, cantando Bella Ciao. Finalmente gli italiani possono dormire sereni, sapendo che anche quest’anno “i cuori partigiani e antifascisti”, come li ha definiti la presidente dell’Anpi, Carla Nespolo, si ritroveranno ugualmente uniti. Loro. Perché tutti gli altri – quelli che non si sentono né partigiani fuori tempo massimo, né antifascisti su Marte – come sempre se ne infischieranno delle sceneggiate dell’Anpi.

La nuova resistenza secondo l’Anpi

E se gli altri anni abbiamo dovuto assistere alle violenze dei centri sociali contro la comunità ebraica, quest’anno ci dobbiamo sorbire paragoni dall’intrepido sprezzo del ridicolo. “I partigiani lottarono per rinascere così come noi stiamo facendo oggi. E ci salveremo tutti insieme se sapremo stare tutti insieme”, ha dichiarato ancora la Nespolo in un’intervista a Repubblica. Insomma, dalle montagne ai balconi il passo è breve. D’altra parte, se qualcuno nato decenni dopo la guerra ha cuore di definirsi partigiano nel 2020, è facile che a emergenza finita possa andare in giro a raccontare di essere stato in prima linea perché ha esposto un fazzoletto rosso al balcone. Basta che poi l’Anpi non pretenda ulteriori soldi pubblici per aver fatto anche questa “resistenza”, che qua, oggi, chi resiste davvero invece viene mandato in pasto alle banche.

L’ironia di CasaPound: “Bellissimo, lo facciano tutti gli anni”

Intanto l’Anpi un risultato l’ha già ottenuto: l’applauso (ironico) di CasaPound. “Bellissimo il 25 aprile virtuale, dovrebbero farlo tutti gli anni. Si vedono su zoom, Gad Lerner, Saviano, e festeggiano”, ha suggerito il leader di CasaPound,  Simone Di Stefano. “È una festa di una parte degli italiani che non è la nostra, ovviamente. Giusto che abbiano il diritto di festeggiarlo, ma – ha sottolineato Di Stefano – di certo non è una ricorrenza che accomuna tutto il Paese. Noi da tempo chiediamo di avere una festa nazionale come il 4 novembre, anniversario della vittoria della Prima guerra mondiale, che ci unisce tutti e può far ritrovare un po’ di spirito nazionale”. “Dovremmo fare un passo in avanti e capire che l’Italia non è quella di 80 anni fa. Non festeggeremo, non canteremo e ci auguriamo – ha concluso Di Stefano – che il 25 aprile diventi una iniziativa virtuale per i prossimi anni”.

Commenti

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  • pietro 13 Aprile 2020

    Dal noto 25 aprile che i nostrani “partigiani” cantavano che dai campanili era nata una putt… .
    Al “nuovo” 25 aprile dove evolvono i nostrani “partigiani ” che ora passano dai campanili ai balconi, pensando che gli italiani siano cogl….. !

  • Daniele 10 Aprile 2020

    Che vergogna!!!!

  • Marco 9 Aprile 2020

    Voi che avete la possibilità di diffusione esortate a rispondere diffondendo da balconi e finestre la canzone del piave a tutto volume. Diamo una risposta ai sinistri.

  • arkydesign 9 Aprile 2020

    ricordo un articolo di Marcello Veneziani su “Il Giornale” a proposito di un “25aprile di auspicabile pacificazione” ma a quanto pare la spocchiosa sinistra, sempre sufficiente, superiore e classista, rifiuta ogni sorta di revisione storica, se ne compiace, se ne appropria e monopolizza qualsiasi cosa: dai gay al 25 aprile all’handicap. Sinistri in toto! Evito i vari Gad e Saviano, maestri nefasti! Il 25 Aprile virtuale mi pare di 8imo Auspicio.

  • aldo 9 Aprile 2020

    ANPI: associazione nazionale pollivendoli italiani.