Eni, quegli incontri riservati tra De Scalzi e Casaleggio ricostruiti dal “Fatto”
Claudio Descalzi, l’amministratore delegato di Eni, era considerato dai Cinque Stelle una sorta di impresentabile. Finché (quasi) all’unisono non s’è deciso di rinnovargli il mandato alla guida della multinazionale del petrolio. Il terzo in carriera. Lo racconta Carlo Tecce sul Fatto Quotidiano, certo non tacciabile di antipatie grilline: l’ultima volta che David Casaleggio e De Scalzi si sarebbero visti è a febbraio, in piena stagione di nomine. Ma i rapporti risalgono ad almeno di due anni fa.
De Scalzi e Casaleggio: rapporto iniziato da due anni
Il quotidiano rivela: “Il contatto di febbraio non era il primo, tra Descalzi e Casaleggio, riferiscono qualificate fonti, c’è un rapporto che dura almeno da un paio di anni, dalla vigilia del voto del 4 marzo 2018 alla vigilia delle nomine di Stato, e ha attraversato la formazione del governo gialloverde e poi del successivo giallorosa”.
“Eni sostiene di non aver rintracciato altri appuntamenti in agenda. Casaleggio non commenta né il più recente né il resto. Il colloquio di febbraio – leggiamo sul Fatto – precede la visita di Descalzi, avvenuta a metà del mese negli uffici di Palazzo Chigi, al sottosegretario Riccardo Fraccaro”, Quest’ultimo è “uomo di fiducia di Luigi Di Maio e assoluto protagonista della tornata di nomine di Stato”. “Palazzo Chigi concede una cornice istituzionale che Casaleggio non può rivendicare”.
Prosegue la ricostruzione del Fatto Quotidiano: “Il sottosegretario Fraccaro, in quella precisa circostanza, in qualche modo ha persuaso Descalzi della bontà delle scelte dei Cinque Stelle. Coloro che lo volevano sulla forca non rappresentavano più un pericolo. I duri e puri del Movimento, in rivolta contro Descalzi, capitanati da Alessandro Di Battista, hanno protestato con estremo ritardo. Quando hanno iniziato a farsi sentire, cinque giorni fa, era già tutto stabilito e consumato. Inclusa la pantomima”.
Il quotidiano rammenta come del resto il M5S non abbia avanzato mai agli alleati di governo una proposta alternativa a Descalzi. Morale della faccenda: “Fraccaro ha apposto un sigillo, a partita finita, con la copertura interna di Di Maio, del reggente Vito Crimi e della lunga filiera di pentastellati, per esempio il viceministro Stefano Buffagni,che al governo ha tretto legami con l’Eni. Come è accaduto a Casaleggio”.