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Fase 2, arriva un decreto (ne seguiranno altri simili): piccoli cambiamenti, dai dolci ai quaderni

Politica - di Fulvio Carro - 9 Aprile 2020 - AGGIORNATO 9 Aprile 2020 alle 15:19

Ci risiamo con la storia di “un decreto al giorno” in tv. La situazione rimane pressoché uguale. Conte  ha pronto un nuovo provvedimento, che sarà simile a quello precedente. E che somiglierà tantissimo anche a quello successivo. Le spinte a riaprire qualcosa ci sono, specialmente dalla imprese e dai commercianti. Le risposte sono sempre vaghe, confuse. Ma lo “stuzzichino” dell’annuncio a reti unificate piace troppo al premier, alla ribalta non rinuncia.

Decreto o “simil-decreto”

Si sa benissimo che l’allentamento delle misure restrittive deve essere fatto “gradualmente”. “Probabilmente”, se gli scienziati lo confermeranno, sarà possibile che in Italia – entro la fine di questo mese – alcune misure potranno essere revocate. Ma a Conte piace ribadirlo, stavolta in un’intervista alla Bbc, lasciando un po’ di mistero.

La riunione di Conte

A quanto apprende l’Adnkronos, c’è stata una riunione tra il premier e i capidelegazione delle forze di maggioranza sul prossimo decreto con le misure di contenimento. Quello attualmente in vigore scadrà il prossimo 13 aprile, quindi si lavora in modo serrato sul nuovo decreto. Che dovrebbe ricalcare quello in scadenza, dunque mantenere il lockdown. Anche se si sta ragionando su un lieve allentamento delle misure.

Verso il via libera nel decreto ad alcune vendite

In particolare, potrebbero essere consentite alcune vendite al dettaglio. Ad esempio, si sta prendendo in considerazione la possibilità di riaprire le cartolibrerie, mentre sulle classiche librerie non è stato deciso nulla. Per queste una possibile riapertura sembra più complessa. Forse arriva il sì per le pasticcerie. Il Dpcm dovrebbe avere una durata di 15 giorni, riferiscono fonti di governo. La riunione, viene spiegato, è stata interlocutoria e altre ne seguiranno prima del week end.

Ripartenza con differenza tra le regioni

Anche la data del 13 aprile non sarà quella del via libera definitivo. Neppure quella del 4 maggio. È ancora presto per il comitato tecnico-scientifico per far scattare la “fase 2” e il governo si adegua. Possibile che la graduale ripartenza avvenga con differenze tra regione e regione. È questa – scrive il Corriere della Serala linea decisa da Palazzo Chigi per gestire l’emergenza da coronavirus a partire dal 4 maggio.

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di Fulvio Carro - 9 Aprile 2020