Fosse comuni dei poveri a New York. Come in Europa ai tempi della peste nera

10 Apr 2020 15:46 - di Giovanni Trotta
fosse comuni a new york

Fosse comuni ad Hart Island, a New York, per ospitare i corpi delle vittime del coronavirus, il cui numero continua ad aumentare. Decine di lavoratori sono stati assunti a contratto proprio per scavare una grande tomba che potesse contenere chi ha perso la vita a causa del Covid-19 nel luogo dove solitamente riposano i corpi di chi non ha parenti o la cui famiglia non è in grado di sostenere le spese per il funerale e la sepoltura. Qui, di norma, una volta alla settimana i detenuti del carcere di Rikers Island seppelliscono in media 25 cadaveri.

Fosse comuni su un’isola al largo del Bronx

Vasta impressione hanno suscitato le immagini e i video circolati nelle ultime ore. Ma il numero ha iniziato ad aumentare a marzo con la diffusione del nuovo coronavirus a New York, diventata l’epicentro della pandemia. E ora si stima che sull’isola, al largo del Bronx, vengano seppelliti una ventina di corpi al giorno, cinque giorni la settimana. Si ritiene che il numero delle sepolture sia quadruplicato nella Grande Mela dall’inizio della diffusione del Covid-19.

New York, malgrado le fosse comuni, c’è speranza

Giornata nera anche ieri per New York, dove si è registrato il maggior numero di morti per Covid-19, ma si è tirato un sospiro di sollievo per quanto riguarda i nuovi ricoveri, in calo. Ciò significa che le misure di distanziamento sociale adottate negli Stati Uniti stanno funzionando, ha detto il virologo Antony Fauci, a capo della task force della Casa Bianca contro il coronavirus. ”Quello che stiamo facendo sta funzionando. Per quanto riguarda i morti è stata una brutta settimana. In effetti ogni giorno sembra registrare un record nel numero dei morti se paragonato al giorno precedente”, ha detto Fauci.

Aumentano i morti ma diminuiscono i ricoveri

”Nello stesso tempo in cui vediamo un aumento di morti, vediamo anche una notevole diminuzione tra chi necessità di essere ricoverato”, ha aggiunto. Negli Stati Uniti circa il 95 per cento dei cittadini si è fermato nel tentativo di contenere la pandemia di coronavirus. Lo Stato di New York ha registrato 799 morti in più, arrivando così a un totale di oltre settemila vittime. Un bilancio che il governatore Andrew Cuomo ha definito “scioccante e doloroso”. A dare speranza, ha confermato, il fatto che i nuovi ricoveri in ospedale giornalieri sono al “numero più basso che abbiamo avuto da quando è iniziato questo incubo”, ha detto Cuomo. Anche lui convinto che il distanziamento sociale “gli sforzi stanno funzionando meglio di quanto previsto”.

Trump: abbiamo fatto due milioni di test

Gli Stati Uniti hanno realizzato “più di due milioni” di test per il coronavirus. Lo ha assicurato Donald Trump, che dalla Casa Bianca – durante il briefing della task force coronavirus – ha rivendicato come si tratti di esami “altamente sofisticati e precisi”. Trump ha però anche detto che non ci saranno controlli a tappeto per l’intera popolazione americana. “Ne abbiamo bisogno? No – ha affermato rispondendo a una domanda della Cnn – Stiamo parlando di 325 milioni di persone e questo non accadrà. Altri Paesi lo fanno, ma lo fanno in modo limitato”. Il presidente ha così suggerito la possibilità di test “massicci” in “determinate aree”. Gli Stati Uniti sono il primo Paese al mondo per numero di contagi. Secondo la Johns Hopkins University, i casi sono più di 466.000 e i morti con coronavirus 16.690.

(Foto da Newsmakernews)

Commenti

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  • biagio 11 Aprile 2020

    Che strano non più di un mese fa gli americani mostravano in TV le immagini di fosse comuni in Iran, oggi guardiano le fosse riservate agli ultimi “americani”.
    La politica americana nega assistenza e medicine agli ultimi sia all’interno che all’esterno dei confini.
    Più ricerca spaziale e armi che sanità, come siamo strani noi : ” umani ” …..