
Futuro nero, previsto il crollo del Pil di 15 punti. Come mai dal dopoguerra in poi
Il calo dell’attività economica nella prima metà dell’anno sarà ”di dimensioni eccezionali. Nell’insieme dei primi due trimestri dell’anno il Pil si ridurrebbe cumulativamente di circa quindici punti percentuali”. La stima è contenuta nella nota dell’Upb sulla congiuntura di aprile. ”Nell’ipotesi di un regresso dell’epidemia l’attività tornerebbe ad espandersi nel trimestre estivo”, scrive l’Ufficio parlamentare di bilancio. Ma, aggiunge, ”tali stime risentono di un’incertezza estremamente elevata, quindi vanno interpretate con la massima cautela”. Mentre il governo litiga sulle nomine, l’economia affonda.
Un calo del Pil eccezionale
”Si prefigura per la prima metà dell’anno un calo dell’attività economica di intensità eccezionale, mai registrato nella storia della Repubblica”, si legge nella nota dell’Upb. ”Nel trimestre scorso il Pil si sarebbe complessivamente ridotto di circa cinque punti percentuali, quasi interamente ascrivibili al crollo dell’attività in marzo”, spiega l’Ufficio parlamentare di bilancio. Il trimestre corrente ”sconta maggiormente gli effetti del blocco, in quanto inizia su livelli molto bassi e risente di un pesante trascinamento statistico”. Nell’ipotesi che le restrizioni vengano allentate in misura molto graduale a partire da maggio ”si prefigura una contrazione congiunturale del Pil del secondo trimestre dell’ordine di ulteriori dieci punti percentuali”.
L’Italia guarda alla proposta spagnola
La proposta della Spagna, relativa alla creazione di ”debito perpetuo” potrebbe rappresentare una soluzione molto interessante. I ”perpetui” sarebbero titoli di debito emessi senza scadenza e a tasso zero.” Lo dice il Vice Ministro dell’Economia e delle Finanze, Laura Castelli, postando il video di un’intervista a SKY Tg24. “Le strategie per combattere il Coronavirus ci porteranno ad un inevitabile calo del nostro Pil e quindi ad un aumento del rapporto debito pubblico-Pil. Abbiamo già sperimentato sulla nostra pelle che soluzioni adottate in passato, fatte di tagli alla spesa pubblica e soffocamento della domanda interna, non solo non hanno risolto il problema (il rapporto debito pubblico-PIL è aumentato sempre di più), ma hanno anche avuto effetti negativi sull’economia reale e di conseguenza sulla vita dei cittadini”, prosegue.