I presidi infuriati: “La Azzolina non ha detto una cosa certa, sulla scuola è tutta una pagliacciata”

7 Apr 2020 13:38 - di Luciana Delli Colli
scuola

La situazione in cui sono state lasciate le scuole italiane “non è ammissibile”. A lanciare il grido d’allarme e la sonora bocciatura del governo è la preside di un liceo storico di Milano, il Beccaria, il più antico della città insieme al Parini e uno dei più rinomati del Paese. “Ci servono indicazioni, siamo arrivati al 7 di aprile con gli ‘scenari possibili’ e non è ammissibile. Si rischia di creare caos e disorientamento. Gli studenti mi chiedono di tutto e io non so più cosa dirgli”, spiega Simonetta Cavalieri, manifestando tutta la sua preoccupazione, a fronte di un Decreto scuola approvato ieri dal Consiglio dei ministri, ma del quale – come del resto già avvenuto per altri decreti – ancora non c’è traccia in Gazzetta ufficiale.

Scuola, le inutili chiacchiere sugli “scenari possibili”

“Non abbiamo ancora un testo ufficiale. Si rimanda a provvedimenti successivi, io però – lamenta la preside – quando parlo con i miei studenti e con i genitori devo parlare di cose certe, non di scenari possibili“. La dirigente fa riferimento in particolare alla situazione dei ragazzi di quinta e delle loro famiglie, che “sono in apprensione perché non sanno cosa succede e da quello che capisco dalla conferenza stampa non lo sapremo mai, se non a ridosso dell’esame di Stato”. “È  tardissimo. Le cose si devono sapere prima“, è l’avvertimento di Cavalieri, che in questo periodo non ha mai smesso di andare a scuola.

Il richiamo al governo: “Le decisioni vanno prese per tempo”

Il malcontento della preside è palpabile. “Non parlo solo in termini di preparazione contenutistica rispetto alle prove, ma anche psicologica per affrontare l’esame. Un conto – chiarisce – è sapere che si deve preparare una prova scritta un conto un colloquio orale, finora non ci hanno detto niente”. A preoccupare maggiormente, dunque, è lo stato d’animo degli studenti. “Tenendo conto della fragilità di questa età – fa notare la preside – per molti di loro c’è rammarico per la conclusione di un ciclo di studi”. Al Beccaria, precisa, “ci sono percorsi di studio di eccellenza, che adesso si chiudono in sordina. Si possono chiudere bene in tutti i casi, ma basta sapere come. Sappiamo che il ministero non ha una sfera di cristallo rispetto a come andrà l’emergenza sanitaria, ma ciò nonostante le decisioni vanno prese per tempo“.

Istituti e famiglie in attesa del testo del Decreto scuola

E anche gli studenti, secondo Cavalieri, in questo momento hanno bisogno di motivazioni. “La didattica a distanza – spiega – è molto faticosa e difficile. L’abbiamo messa in piedi con grandi sforzi e grande condivisione da parte dei docenti, ma i ragazzi sono disorientati. Ora aspettiamo di leggere il testo del decreto e poi ci mettiamo in pista anche se, in realtà, in pista ci siamo già”. La preside del Beccaria è consapevole che, come gli altri suoi colleghi, non può far altro che aspettare le indicazioni del governo centrale, ma “nel frattempo la scuola non sta con le mani in mano. Va avanti e riesce sempre a far fronte alle emergenze”. “Stavamo aspettando questi decreti, finora non si era detto niente”, aggiunge, avvertendo che il problema non si esaurisce nella contingenza attuale. “Bisogna dare delle prospettive a questi studenti, da quelli di prima a quelli di quinta. Ci chiediamo cosa sarà a settembre“.

 

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