Il pallone è nel pallone: la serie A divisa su tutto litiga anche sulla possibilità di tornare a giocare
Il pallone è nel pallone. Mondo del calcio diviso su tutto, a partire ovviamente dalla serie A. Il virus squassa certezze e abitudini. Dal taglio agli stipendi di calciatori e staff alla prosecuzione o meno dei tornei: tutti d’accordo nell’essere in disaccordo. Intanto, al centro delle discussioni di queste ore ci sono i calendari. Ovvero, un ennesimo elemento di divisione e confusione. Con i club di A anche qui in ordine sparso. C’è chi è d’accordo a concludere comunque sia la stagione, anche a costo di giocare ad agosto, come del resto ipotizzato dall’Uefa. E poi c’è chi ritiene che non ci sia margine per ritornare in campo. E il bello è che ogni società ha le sue buone ragioni per spingere in un senso piuttosto che nell’altro. C’è chi – come la Lazio di Lotito – coltiva ancora la speranza che concludendo il campionato possa avere la ragionevole possibilità di conquistare lo scudetto. Altri che – come Roma e Napoli – guardano alla possibilità che la prosecuzione del torneo li possa ancora far qualificare alla Champions anche se adesso sono fuori dalle prime 4. Ad oggi infatti andrebbero in Champions Juventus, Lazio, Inter e Atalanta. Diverso il caso e la considerazione di chi, invece, non ha piu interessi di classifica, o magari vuole scongiurare definitivamente il rischio di retrocedere preferirebbe chiuderla qua. Anche nella speranza di riuscire a risparmiare con il taglio degli ingaggi. Il pallone è nel pallone: è questa la verità. L’unica cosa che sembra acclarata è che, in caso di stop definitivo, lo scudetto 2020 non sarà assegnato. La Juve ha già da tempo fatto sapere di non gradire nessuna vittoria a tavolino e le altre, al riguardo, non hanno fiatato. Sperando che la normalità del campo torni il prima possibile.