“La guerra dell’energia”: tutto quello che Greta Thunberg non racconterà
È uscito il nuovo libro di Gian Piero Joime dal titolo La guerra dell’energia – Tutto ciò che Greta Thumberg non ti racconterà edito da Altaforte edizioni (321 pagine, 20€). Come intuibile dal titolo, volutamente forte e diretto, il lavoro si occupa di analizzare la questione energetica. E non solo a livello nazionale ma anche a livello globale. Analizzandone luci ed ombre ed evidenziando i nuovi rapporti di forza legati alla questione energetica e il ruolo del bel Paese.
A livello globale, sostiene Joime, si prospettano nuove dinamiche nel panorama energetico e nella sua principale dicotomia, le fonti fossili e le fonti rinnovabili, entrambe alle prese a loro volta con le diverse fonti di approvvigionamento, vuoi il rapporto petrolio-gas, vuoi il rapporto solare-idroelettrico-eolico.
La questione dell’energia è protagonista
La questione energetica è protagonista a livello geopolitico, in quanto la detenzione dell’energia e il suo export sono direttamente proporzionali al peso politico di una nazione e al controllo sullo sviluppo mondiale. L’autore si caratterizza sin dalle prime pagine per il suo approccio pragmatico e realista piuttosto che per ideologia verde, mettendo in evidenza come sarebbe di interesse nazionale favorire lo sviluppo del mix energetico che causerebbe inevitabilmente un mutamento di potere, economico e politico, nei confronti dei Paesi dai quali compriamo energia, quali petrolio e gas.
L’Italia deve autoprodurre energia
Per il caso italiano, maggiore percentuale di energia autoprodotta da fonti rinnovabili equivarrebbe a minor importazione di energia e quindi ad un minore costo politico da pagare. Tuttavia l’autore auspica che il rinnovabile sia, almeno nella fase della così detta transizione energetica, integrativo dell’offerta, comprendendo bene il ruolo che hanno ancora le fonti fossili nel panorama energetico globale e portando come esempio le grandi potenze mondiali, le quali hanno un mix di approvvigionamento energetico che va dal carbone al rinnovabile passando per il nucleare, diversificando quindi la produzione.
La transizione energetica tuttavia non riguarda solo l’energia intesa come illuminazione o riscaldamento di abitazioni, uffici o industrie. Una parte centrale lo riveste il settore della mobilità che si deve necessariamente adeguare ad un modello sostenibile sia del veicolo sia della filiera produttiva, della ricerca e dello sviluppo per quanto riguarda le nuove tecnologie ed i componenti ad alto valore aggiunto, la ricerca scientifica ed accademica, l’investimento nelle risorse umane.
Il dramma della fuga dei cervelli
E quindi la risoluzione del problema – o dramma – della questione nota come “fuga dei cervelli”. Uno studente che dopo una laurea in ingegneria e un dottorato, sostiene l’autore, in Italia non ha grande offerte lavorative o quantomeno adeguate alle sue competenze, e preferisce trasferirsi e mettere al servizio la sua conoscenza, formatasi nel contesto italiano, in favore di industrie estere, come ad esempio l’americana Tesla.
La soluzione è ricreare un’industria italiana che si occupi direttamente della transizione energetica nazionale dalla A alla Z. E che esporti tecnologie, beni e servizi anziché importarli. Una nazione che torni ad avere visioni sul lungo periodo, non più volte quindi alle prossime elezioni. Una nazione che ricrei una filiera tecnologica sul territorio grazie alla creazione di nuove piccole e medie imprese incoraggiate dallo Stato. Una guerra nella quale l’Italia deve inserirsi necessariamente.
Quella dell’energia è ancora una guerra
Una guerra, scrive l’autore, “combattuta con le moderne armi della tecnologia, dei brevetti, della finanza e del marketing. Dove Stati e imprese competono con le armi dell’esplorazione, della ricerca e sviluppo e del prezzo per la definizione delle direzioni strategiche, per il reperimento delle risorse fossili e delle materie prime per le rinnovabili, per la determinazione delle regole, per la ricerca e per il possesso delle innovazioni, per la nascita di nuove filiere industriali.
La guerra dell’energia è ancora guerra vera e propria. Combattuta con missili, navi ed eserciti, per la conquista di giacimenti di gas, petrolio, carbone. Ma in quest’epoca, nell’era della transizione energetica, il fronte si sta spostando sempre di più nella ricerca e sviluppo, nell’innovazione e nei brevetti.”
Riprendere il percorso di Enrico Mattei
Nella seconda parte del libro si analizza la situazione energetica italiana. E viene esposta la strada da intraprendere per ottenere la necessaria autonomia energetica grazie all’uso delle rinnovabili. Mettendo in evidenza anche come per anni sia mancata la volontà politica di seguire il percorso incominciato da Enrico Mattei. Il saggio risulta così essere completo sia nell’affrontare la questione energetica, quindi ambientale, sia nell’affrontare la questione della sovranità nazionale, quindi identitaria. Il tutto, incredibile a dirsi in questi tempi di facili isterismi verdi o edonie ecologiste tipiche della sinistra devota a Greta Thumberg, dimostrabile coi dati. Dati che l’autore analizza ed espone dandone anche una lettura critica scevra da ogni ideologizzazione.
L’autore ha scritto diversi saggi sull’energia
Gian Piero Joime è da tempo impegnato in progetti di economia e politica ambientale, di ricerca strategica sull’evoluzione di sistemi e mercati delle energie rinnovabili e della mobilità elettrica. È consigliere scientifico del Pomos, il polo della mobilità sostenibile dell’Università La Sapienza di Roma. È docente di Economia dell’ambiente e del territorio presso la facoltà di scienze economiche dell’Università Guglielmo Marconi. Infine, è consigliere d’amministrazione del Polo universitario grossetano.
Ha svolto attività di studio per diversi centri di ricerca italiani e internazionali. Ed è autore, e coautore, di diversi saggi quali “Agricoltura sostenibile: imprese locali, sfide globali” (Aracne Editrice, Roma 2019); “Bonifiche e riconversioni industriali in Europa” (Aracne Editrice, Roma 2017; “elementi di economia e politica ambientale per lo sviluppo sostenibile” (Aracne Editrice, Roma 2017; “Green Economy e sviluppo sostenibile” (Aracne Editrice, Roma 2015).
Per Competere bisogna essere forti sul Piano Energetico di Approvvigionamento Nazionale.
Servono : Differenziazione delle Sorgenti Energetiche, Moltiplicazione dei Fornitori Esterni (per non creare dipendenze); Serve saper integrare le diverse fornti di approvvigionamento energetico.
Infine bisogna fare dei Piani Industriali per l’Energia di Lungo Termine sui principi precedenti.
Come e’ possibile farlo con un Governo ci Incompetenti che non sa nemmeno procurare le Mascherine Anti-Covid per gli Italiani ? IMPOSSIBILE.
Il Centrodestra si attivi per Proposte che Sfiducino l’Esecutivo su questo aspetto per Incapacita’ e Inadeguatezza !!!