La Rai tra gaffe, figuracce e ritardi. Per salvarsi in corner si affida a un nome sicuro: Renzo Arbore

9 Apr 2020 8:57 - di Gianluca Corrente
Rai

Gaffe, figuracce, domande con gli errori nei quiz, ritardi nell’informazione proprio nel momento cruciale del virus. La Rai, travolta dalle polemiche, cerca di uscirne fuori. E per farlo si sta per affidare a Renzo Arbore, un artista vero che riuscirebbe a mettere tutti d’accordo. A quanto  si apprende dall’Adnk, potrebbe tornare sulle reti di Viale Mazzini con un nuovo programma tv. Naturalmente “da casa”.

La Rai gioca la carta Arbore

«Sto discutendo con alcuni direttori per inventare una formula in questo periodo. Stiamo vedendo se si riesce a fare da casa mia un programma tv . Io sono un navigatore della Rete», ha detto lo showman-musicista, ospite di Francesca Fialdini a “Da Noi a Ruota Libera”, in onda tutte le domeniche sul primo canale Rai.

L’artista: «Bisogna distrarre il pubblico»

«La nostra Rai, in questa congiuntura dolorosissima, dovrebbe distrarre il pubblico. Magari riproponendo del cinema importante e fiction che la nuova generazione non ha visto. E che la vecchia rivedrebbe con  grande piacere», ha aggiunto Arbore.

Polemiche su Viale Mazzini

Non si sono spente le polemiche su Viale Mazzini. A marzo, nel sabato sera di fuoco, mentre il governo annunciava decreti che poi avrebbe modificato di ora in ora, la Rai tradì  la sua funzione di servizio pubblico. Le prime indiscrezioni sulle nuove misure di restrizione, infatti, si leggevano sui principali siti di informazione già prima delle 20.30. Nel giro di pochi minuti sui social network circolava di tutto. La tv, con Retequattro in testa, si adeguò mandando in onda un programma di informazione per aggiornare gli italiani su quanto stesse accadendo. Ma incredibilmente le reti Rai rimasero totalmente mute sull’argomento.

Gli strafalcioni targati Rai

La carta Arbore, quindi, è necessaria. Anche per far fronte agli strafalcioni e agli errori targati Rai. Pochi giorni fa quello che è andato in onda nel corso di una puntata de “L’Eredità” ha dell’incredibile. Alla domanda “Quale penisola serbo-croata è stata annessa dall’Italia dopo la Prima guerra mondiale?”, la risposta (data come corretta) è stata «Istria». Giusto. Ma il problema non è la risposta. È la formulazione della domanda che era completamente sbagliata. L’Istria non era assolutamente una penisola serbo-croata, ma italiana.

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