L’app “Immuni” diventa una questione di sicurezza nazionale: il Copasir vuole vederci chiaro
Lo abbiamo scritto: si chiama Immuni, proposta dalla società Bending Spoons S.p.a., l’app di contact tracing selezionata per tenere sotto controllo la diffusione del coronavirus. L’app è stata scelta perché «ritenuta più idonea per la sua capacità di contribuire tempestivamente all’azione di contrasto del virus. Per la conformità al modello europeo delineato dal Consorzio PEPP-PT. E per le garanzie che offre per il rispetto della privacy».
L’app Immuni, l’architettura societaria
O almeno questo è quanto si legge nell’ordinanza firmata da Domenico Arcuri, con cui il commissario straordinario per l’emergenza dispone di «procedere alla stipula del contratto di concessione gratuita della licenza d’uso sul software di contact tracing e di appalto di servizio gratuito con la società Bending Spoons S.p.a». Ebbene, la novità di oggi è che il Comitato per la sicurezza della Repubblica intende approfondire la questione dell’App “Immuni”, scelta come strumento per contenere il contagio da coronavirus, «sia per gli aspetti di architettura societaria. Sia per quanto riguarda le forme scelte dal commissario Arcuri per l’affidamento e la conseguente gestione dell’applicazione».
Il Copasir approfondirà la questione dell’app “Immuni”
A renderlo noto è lo stesso presidente del Copasir, Raffaele Volpi. Il quale non esclude l’audizione dello stesso Arcuri davanti al Comitato, trattandosi di sicurezza nazionale. «Mercoledì – apprendiamo dalle agenzie di stampa che riportano una nota di Volpi stesso – il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica si riunirà in mattinata. E discuterà alcune importanti questioni. La prima fase dei lavori prevede l’esame della relazione sulla attività dei Servizi nel secondo semestre 2019. Che sarà presentata dal senatore Paolo Arrigoni. Tra i punti all’ordine del giorno, anche alcune tematiche che il Copasir intende seguire.
Diffusione distorsione di notizie
Tra cui, un ulteriore aggiornamento sulla diffusione e distorsione di notizie seguito dall’onorevole Enrico Borghi. L’intenzione del Comitato è aggiornare la serie di audizioni sul sistema bancario-assicurativo. Un sistema che ha già visto la presenza al Copasir della Consob e dell’Aise. La calendarizzazione prevede le audizioni di Banca d’Italia. Borsa Italiana. E Cdp. E dei maggiori Istituti interessati».
Saranno auditi gli istituti di credito
Il Comitato, prosegue Volpi nella nota, «intende audire i vertici di Unicredit, Generali, Mediobanca, Ubi banca, Credit Agricole Italia, Intesa San Paolo e MPS. Come già espresso – sottolinea Volpi – le finalità sono quelle di approfondire le dinamiche di controllo e di governance degli istituti e l’autonomia della scelte strategiche che implicano fattori di interesse nazionale. A questi propositi si aggiungono due questioni di grande interesse per il Comitato. Ovvero, se nel breve-medio periodo si intravedano azioni internazionali per il controllo proprietario di Borsa Italiana. E se, tra gli istituti di credito auditi, ve ne sia alcuni che con la raccolta dei risparmi degli Italiani abbiano direttamente o indirettamente aperto linee di credito ingenti a soggetti fuori dal Paese.
Capire come il progetto può ripercuotersi sugli interessi dei risparmiatori italiani
Ascrivibili forse addirittura a quell’elenco di attori interessati all’aggressione degli asset nazionali. Accogliendo la proposta di componenti il Comitato – spiega ancora Volpi – definiremo anche l’opportunità di audire i vertici di Db Italia, che ha nel nostro Paese una importante presenza, per approfondire la solidità della capofila tedesca del gruppo. Che, da molte fonti, sembra riscontri criticità. In particolare per gli ingentissimi volumi di prodotti finanziari derivati detenuti. E per capire se scelte relative a tale peculiarità possano intercettare gli interessi dei risparmiatori italiani o in qualche modo condizionare gli interessi nazionali del Paese».
Una questione di sicurezza nazionale
Il ciclo di audizione del comparto finanza, sottolinea ancora Volpi, «terminerà con la presenza al Copasir dell’Aisi. Il Comitato per la sicurezza della Repubblica intende inoltre approfondire la questione dell’app “Immuni”, sia per gli aspetti di architettura societaria. Sia per quanto riguarda le forme scelte dal commissario Arcuri per l’affidamento e la conseguente gestione dell’applicazione», sottolinea. «Non escludendo l’audizione dello stesso Arcuri, ritenendo che si tratti di materia afferente alla sicurezza nazionale. Il Copasir nella concreta condivisione di tutti i suoi componenti, sugli obbiettivi di sicurezza nazionale sta, in questo drammatico momento per il Paese, operando anche grazie alla preziosa collaborazione delle Agenzie del comparto Intelligence – conclude la nota – . Per dare il miglior contributo alla sicurezza nazionale. E all’interesse nazionale seguendo i principi più volte auspicati anche dal presidente della Repubblica».
Povera Italia in mano a pagliacci di governo, commissioni, consulenti, ridicole “task force” e infami burocrati
Bene il Copasir, ed è l’ora di finirla con la mania delle app: ogni app che scarichi, praticamente scarichi un trojan. Che ti chiede pure l’autorizzazione a utilizzare come meglio crede i tuoi dati, e fornirli a terzi. E tu, per far funzionare l’app, gli dai pure il consenso.