“L’ecosistema si regge sulla morte”. La tesi di Cingolani, l’esperto anti-Covid del governo

14 Apr 2020 16:12 - di Valter Delle Donne

«Non ci sono abbastanza acqua né spazio per tutti per sempre…Diciamolo brutalmente: l’ecosistema si regge sulla morte». Parola di Roberto Cingolani, uno degli esperti della task force anti Covid voluta dal governo Conte per fronteggiare il coronavirus.

Cingolani e la vecchiaia: “Una follia vivere 120 anni”

Cingolani, responsabile dell’innovazione tecnologica di Leonardo, pronunciava queste parole cinque anni fa, in un’intervista a L’Espresso. La sua tesi apocalittica, riletta oggi, fa venire la pelle d’oca. A cominciare dal titolo scelto dal settimanale: “L’ecosistema? Si regge sulla morte”. L’allora direttore dell’Istituto italiano di tecnologia di Milano prevedeva un’inevitabile “dieta” per il pianeta affollato da 7 miliardi di persone. 

Roberto Cingolani e quell’intervista profetica

Anche le sue tesi, andavano in senso opposto alla vulgata medica di quel periodo. Cinque anni fa, si parlava molto della possibilità di un essere umano superlongevo. Il fisico arruolato nella task force di Vittorio Colao, andava in direzione opposta. «Pensare di regalare 120 o 150 anni di vita a tutti è follia», spiegava a Roselina Salemi dell’Espresso. «Aver allungato la vita avrà conseguenze enormi, da qui a 300 anni e oltre». Insomma, per Cingolani, la longevità dell’uomo era un rischio per il pianeta. Un “rischio” che, cinque anni dopo, il coronavirus sta scongiurando.

Covid-19, un virus che tanti aspettavano da anni

L’attività scientifica di Cingolani negli anni ha riguardato fisica e spettroscopia di semiconduttori, nanotecnologie ed effetti quantistici nelle strutture a bassa dimensionalità, optoelettronica, polimeri, scienza dei materiali e robotica. Il fisico 59enne è uno scienziato che il mondo ci invidia e ironizzare su quell’intervista sarebbe irrispettoso. Il dato che impressiona, semmai, è che l’arrivo del covid-19 era annunciato da tempo. Basterebbe riprendere quanto va dicendo da anni Bill Gates.

L’intervista di Bill Gates al Washington Post

Il miliardario fondatore della Microsoft aveva predetto che un virus dall’Asia (“probabilmente dalla Cina”) avrebbe procurato una pandemia con effetti disastrosi sulla popolazione mondiale. Esattamente due anni fa, al Washington Post, diceva: «Se qualcuno dicesse ai governanti mondiali che sono in costruzione armi che potrebbero uccidere 30 milioni di persone ci sarebbe un senso di urgenza nel prepararsi per la minaccia – si legge nell’intervista del 2 maggio 2018 – In caso di pericolo biologico invece questo senso d’urgenza non c’è. Il mondo deve prepararsi a questa eventualità come si prepara per la guerra». Anche lui, come Cingolani, è stato un profeta inascoltato.

 

Commenti

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  • MASS 14 Aprile 2020

    I tecnocrati come Cingolani (pare di sentire Attali…) sono da tempo schierati per ridurre drasticamente l’Umanità a “popolazione sostenibile” (come nelle Agende ONU). Tutti aspettano dalla Natura deificata una calamità di portata colossale, tale da sterminare i tre quarti della popolazione mondiale.
    Quanto a Bill Gates, più che “profeta inascoltato” è un profeta interessato. Fortemente interessato, essendo proprietario o azionista di parecchie Case farmaceutiche, e fanatico sostenitore delle vaccinazioni di massa.

    http://vocidallestero.it/2020/04/13/la-denuncia-di-robert-f-kennedy-jr-sul-piano-vaccinale-globale-di-bill-gates-e-la-sua-richiesta-di-immunita/