Mascherine a prezzi stratosferici. Urge decreto per imporre un prezzo calmierato in tutt’Italia
Mascherine e presidi sanitari venduti a prezzi stratosferici. Eppure non lo si denuncia. Quasi non importa. Se ne impipano bellamente a palazzo Chigi e dintorni che a Roma, ma supponiamo ovunque lungo la Penisola, una mascherina simil-chirurgica venga venduta anche a 3 euro al pezzo. Una usa e getta, diciamo. Perché le Ffp2 o Ffp3 vanno minimo a 25/30 euro l’una. Scandalo e malcostume insieme di cui si tace. Con l’aggravante che il silenzio e l’indifferenza sono dello Stato. Perché è lo Stato, in ogni sua diramazione tecnico scientifica, che ce ne consiglia e, in ultimo, ce ne impone l’uso. Vero che sempre ci sarà chi specula sul dolore e sul bisogno. Ma, nello specifico, nessuna speculazione può essere tollerata o permessa.
Mascherine da calmierare per decreto. E subito
Se lo scopo di questa quotidiana battaglia contro Covid-19 è di preservare la salute singola e collettiva, allora è chiaro che il prezzo dei presidi sanitari necessari dev’essere calmierato, minimo. Sin da subito, cari Conte, Arcuri e compagnia cantando. Lo zero virgola oltre il costo reale del prodotto, non di più. Perché non è accettabile dieci, cento o persino duecento volte il prezzo di fabbrica. Mascherine come guanti e gel disinfettanti sembrano la nuova vena aurifera scoperta da fior di sanguisughe. Che ne veicolano stock e prezzi. Uno dei frutti rancidi dell’incertezza e della paura che ci accompagna ogni giorno. Del resto, gente che traffica e commercia sulla paura, c’è sempre stata. Figuri capaci di lucrare e imporre prezzi al dettaglio che in tempi normali nessuno potrebbe praticare. Può andar bene per la voluttà non per il bisogno. Ecco perché è necessario un intervento del governo: prezzi minimi e uguali per tutto il territorio nazionale. Con uno di quei bei decreti che tanto piacciono al “Giuseppi” nazionale. Ma subito. Altrimenti diventa roba da Procure.