Milano, i casi raddoppiano. Ora è allarme anche a Roma. In Lombardia le librerie restano chiuse

12 Apr 2020 11:49 - di Redazione

In Lombardia i numeri della pandemia risalgono. Secondo i dati forniti da Regione Lombardia sabato 11 aprile  a Milano i contagi e provincia i contagi sono quasi raddoppiati. 520 contro i precedenti 269.

“I casi veri nella città di Milano sono forse 5-6 volte quelli accertati, in Lombardia i casi veri sono dieci volte quelli accertati – avverte Massimo Galli, direttore del Dipartimento di Malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano – il fattore limitante è la capacità diagnostica e la possibilità di consentire alle persone di arrivare alla diagnosi, cioè ci sono tantissime persone che sono in casa, che sospettano di avere l’infezione e che non hanno potuto avere una conferma diagnostica perché non siamo ancora in condizioni come sistema di garantire loro un test”, conclude.

Nel Lazio la curva dei contagi era scesa sotto il 3 per cento ma sempre sabato a Roma il numero dei contagi è stato elevato: ben 74 nelle ultime 24 ore che certifica il picco settimanale che arriva dopo i 39 casi di lunedì, i 26 di martedì, i 31 di mercoledì, i 43 di giovedì e i 35 di venerdì. Negativo il dato soprattutto dell’Asl Roma 2, sud est della Capitale, con 38 nuovi casi. Dato costante in provincia, dove i nuovi positivi sono 49.

La Lombardia sceglie dunque di mantenere le misure restrittive ora in vigore. Non riapriranno le librerie né le cartolerie né i negozi per bambini. Il presidente della Regione ha firmato un’ordinanza che mantiene in vigore fino al 3 maggio le misure restrittive già attive sul territorio regionale. In sostanza, come si legge nel documento, attraverso la nuova ordinanza la Lombardia «conferma la chiusura degli alberghi (con le eccezioni già in vigore), degli studi professionali (che proseguono l’attività in modalità smart working, salvo eccezioni per particolari scadenze), dei mercati all’aperto e tutte le attività non essenziali. Inoltre, sarà possibile acquistare articoli di cartoleria, di fiori e piante all’interno degli esercizi commerciali che vendono alimentari o beni di prima necessità, già aperti. Saranno sempre possibili le vendite con la consegna a domicilio, osservando le regole stringenti già in vigore per questa modalità». Anche il Piemonte ha stabilito che librerie e cartolibrerie resteranno chiuse.

Commenti

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  • fazio 12 Aprile 2020

    Giuseppi s’è fumato il cervello pensa ad aprire le librerie sicuramente sollecitato dalle lobby degli editori e non i piccoli artigiani come il fabbro, il falegname, il calzolaio che non hanno sessun santo in paradiso e non entrano in contatto con il pubblico se non uno alla volta.

  • maurizio pinna 12 Aprile 2020

    Il vicerè si è offeso, bontà sua. Voleva il plauso di tutti per aver combinato poco o niente: una lettura serale zoppicante e insulsa, una somma di caduti fine a se stessa, come avveniva a Udine, nel 1916, al Quartier Generale del generalissimo Luigi Cadorna. Per il resto ci sono due o tre tigellini che dovrebbero studiare non si sa bene cosa, decine di professori salottieri e saccenti che fanno del terrorismo sanitario ovunque, TV che riescono a fare del pettegolezzo anche sui morti ammazzati. Studiosi che ne inventano una al giorno e sperimentano un farmaco al giorno, sembrano i tentativi dei nostri grandi comandanti cadorniani che ad ogni nuovo assalto ne provavano una, salvo poi lasciare sul terreno qualche migliaia di morti senza un nulla di fatto. Adesso poi è scoppiata la lotteria di quando si riapre, come se fosse una cosa che si possa decidere così, senza uno straccio di programma, senza un’ idea di come e dove curare non si sa bene chi perché non si sa chi è ammalato, si va avanti alla spera in dio, alla viva il parroco. Fallito anche il piano di contenimento popolare perché o sei la Cina, un duro regime comunista che alla terza volta che ti pigliano a zonzo ti castigano pesantemente, oppure meglio lasciar perdere e andrà ancora peggio con l’arrivo dell’estate e con la mancanza di denaro che prima o poi si farà sentire. Se non ci saranno entrate non ci saranno nemmeno stipendi e pensioni , poi voglio vederli questi fulmini di guerra come fermeranno il popolo in rivolta, bastassero le circolari.
    Spero tantissimo di sbagliare, ma state attenti badogliani dei piani alti, che se la questione non si metterà a posto miracolosamente, con questi capi si andrà a sbattere. Altro che pensare a come festeggiare il 25 aprile!