“Odiatori in attività anche in emergenza Covid-19”. La denuncia di Giorgia Meloni
“Nemmeno un’emergenza nazionale ferma i soliti odiatori di professione. Si sfogano così, insultando e augurando ogni male a chi la pensa diversamente da loro. Continuino pure con il loro odio, noi lavoreremo ancor più convinti alle nostre proposte per il rilancio dell’Italia”. Così Giorgia Meloni, raccogliendo sulla sua pagina Facebook alcuni degli insulti apparsi in queste ore contro di lei.
C’è chi le augura di finire sul patibolo con Salvini e Orban. Altri fanno riferimenti sessuali, la insultano per il suo fatto di essere donna. Ironizzano sul suo partner, sulla sua altezza. Gli appellativi più frequenti sono quelli tipici di “uomini che odiano le donne”, tanto per citare un titolo famoso. Purtroppo, ci sono anche donne che si sbizzarriscono in questa orrida fiera della volgarità.
Ma se scherzi sulla Boldrini ti ritrovi la polizia a casa
A sinistra, non perdono tempo. Laura Boldrini segnalava il tutto alla Polizia postale. E con rara solerzia, alcuni degli odiatori si sono ritrovati in men che non si dica la polizia a casa. Quando si tratta di insulti alla Meloni, purtroppo, la solidarietà arriva solo dopo averla esplicitamente richiesta. Solo a quel la “società civile” con pachidermica lentezza esprime solidarietà. Alle donne impegnate in politica, quando non sono di sinistra, succede così.
Gli odiatori della Meloni restano impuniti
Più di un volta la leader di FdI ha denunciato questa discrepanza di trattamente. “Nei gruppi di sinistra, oltre le offese, ora si passa direttamente alle minacce di morte nei miei confronti. Per i media e i politici di sinistra che accusano me di “seminare odio” tutto regolare?”. C0sì su Twitter la Meloni, postando lo screenshot di un hater che la insulta invocando la sua morte. “Tr.. di m… da uccidere a bastonate, punto”, ha scritto l’utente sotto un’immagine sorridente della Meloni. Tutto caduto nel dimenticatoio. Nell’imbarazzante silenzio della sinistra. Sempre più strabica e sempre più faziosa.
per certi squallidi personaggi bravi a parlare solo da un computer, che ignorano come erano le piazze negli anni dure, bastano solo dei calci nel sedere.
Dove sono finite le piazze anti odio delle sardine?. La sinistra protetta dal potere che la fiancheggia non può più nascondere la sua ipocrisia. Ma, purtroppo, la visibilità mediatica vede sempre in prima linea la loro ideologia antidemocratica come la sola democratica
Arriverà il giorno del giudizio!
Coraggio cara Giorgia, verranno tempi migliori. (Al tuo posto una denuncia alla polizia la farei).
Tantissimi Italiani sono con te, non mollare sei tutti noi.
Mi dispiace per Meloni, ma per chi invoca, o ha invocato, “chiudiamotutto”, ho lo stesso affetto che per uno che intende sequestrarmi in casa
Giorgia sei tutti noi .
Secondo me bisogna Denunciare Puntualmente questi episodi all ‘Autorità (dico contemporaneamente a Escopost, Carabinieri, Guardia di Finanza, Procura della Repubblica e Google – o chi per lui -) chiedendo periodicamente chi stesse facendo cosa nel dar seguito agli esposti; il tutto costantemente supportato anche da querele.
Anche se la Magistratura spesso è fortemente orientata si spera sempre che esista ancora qualcuno “super partes”.
Viva l’Italia
Ma non è in funzione la commissione Segre? Perché non ricorrete, si faranno in quattro per dare una strigliata ai Kompagni
Per questo continuero’ ad odiare i sinistri con tutte le mie forze.
Tutto iniziò a piazzale Loreto. Nell’ immaginario anarco-comunista quello doveva essere il trattamento da infliggere ai nemici politici, anche perché la dirigenza del PCI era stata chiara coi compagni: il nemico esterno non esisteva, il nemico storico restava la destra, era a destra che occorreva colpire e se del caso anche eliminare.
Il primo fu Mario Scelba, che aveva mandato la Celere contro coloro che volevano occupare le fabbriche, bloccare la produzione, fermare il Paese e, finalmente, sovietizzarlo , a qualsiasi costo. Poi fu la volta di Tambroni, nell’infuocata estate del 1960, con un futuro Presidente della Repubblica che arringava il Popolo chiamando fascisti i Carabinieri del servizio d’ordine. E poi via via il Commissario Calabresi e i martiri degli anni di piombo, “ basco nero al cimitero” e chiunque tentasse di fermare i compagni che “sbagliavano”, toccò anche ad un sindacalista della CGIL. A seguire, Craxi, Berlusconi fino ad arrivare a Salvini e ora la Meloni. E’ il loro mestiere e glielo lasciano fare, i badogliani dei piani alti e i sempiterni radical, sono i portatori asintomatici di un’ ideologia mortale che predilige accanirsi contro la destra. Penso che dopo decenni sia perfettamente inutile pensare ad un dialogo, è tempo sprecato, sembra la storia di highlander: alla fine ne resterà uno solo.