Quelli che curano senza tampone. I malati vengono prima della paura

3 Apr 2020 6:00 - di Francesco Storace

Al fronte senza tampone e senza paura. No, non è un paese normale quello che tollera dai medici – quelli partiti come nella Legione straniera, i volontari dal centrosud – il rischio di lasciarci le penne. La scopra, il ministro Speranza, la storia che può raccontarle una dottoressa romana, Giuseppina Ricci, partita alla volta di Bergamo per dare una mano.

Quello che ha raccontato a TgCom24 è una prova d’amore verso il proprio popolo, rischiando in prima persona. Presidente Conte, giorni fa lo abbiamo scritto da soli e pian piano cominciano a farlo anche altri giornali. Poi se ne rende conto pure l’Istat. Ma chi può confermarvi quanto stiate sottostimando i numeri di contagiati e di decessi in casa ve lo possono raccontare solo i medici che vanno a curare quelli che non trovano posto in ospedale. I malati che non ci vogliono andare per paura di morire da soli.

“Senza tampone”. E senza la paura

E’ roba da brividi. “A nessuno di noi è stato fatto il tampone. Per quanto riguarda la paura del contagio, mentre sto lavorando non esiste”.

Commenti

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  • Silvia Toresi 3 Aprile 2020

    Usciamo dall’Europa e premiamo questi eroi.

  • maurizio pinna 3 Aprile 2020

    Spiace che una generazione che , in gran parte, aveva ancora il senso dei VALORI se ne stia andando e non solo per causa di forza maggiore , probabilmente sono quelli che avevano EDUCATO quei giovani che stanno combattendo, spesso senza paura e con poca speranza. Dall’altro lato ci sono loro , sempre gli stessi, spalleggiati dai radical che sotto traccia , celati al virus in qualche prestigiosa e sicura dimora, continuano a dire stupidaggini ad alimentare quella cultura del pressapochismo, della menzogna, del buonismo fellone, dell’ improvvisazione, del lavorare sotto traccia per distruggere, insomma quell’ anarco sfascismo da pesce in barile che ha annientato ogni forma di organizzazione, che ha inculcato la mentalità della disobbedienza, del menefreghismo e dell’ assoluto sprezzo degli altri, considerati pedine sacrificabili in una bieca lotteria, la decimazione che loro, i compagni, hanno sempre rinfacciato ai nazisti. Fa specie vedere e sentire un famoso sindaco del sud urlare di obbedire, lui che ha trascinato una vita a coltivare la disobbedienza, l’odio e la cattiveria. La nemesi. E la filiera di tali bravacci non si ferma ai badogliani dei piani alti, scende attraverso i meandri ministeriali, lungo i tigellini e i galoppini, i paggi e i portaborse, i ruffiani di palazzo e gli opportunisti di corridoio. Il rosso mucchio selvaggio.

  • Mario Salvatore Manca 3 Aprile 2020

    Devo dire ogni giorno di più che al peggio non c’è mai limite. Ma ci sarà pure quel Dio a cui tutti crediamo? Oppure ancora una volta si è addormentato nella barca, senza che ci sia qualcuno che vada a risvegliarlo? (Mtt. 8, 23-27; Mc. 4, 35-41; Lc. 8, 22-25)?

  • federico 3 Aprile 2020

    no, non siamo più nel Medioevo. I lavori si fanno in sicurezza. Governanti e governatori che non hanno approntato le necessarie misure di sicurezza dovrebbero esser indagati per strage. Ed è intollerabile la prepotenza con cui ci ordinano di stare a casa